NEW YORK. «Stiamo stupendo il mondo: abbiamo preso degli impegni sulle riforme in Italia e li stiamo realizzando nei tempi prefissati». Una cosa che fino a poco tempo fa nell'ambito della comunità internazionale non era considerata così scontata. È un Matteo Renzi soddisfatto e ottimista quello che esordisce ai lavori della 70/ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite, consapevole del fatto che mai come quest'anno l'Italia si presenta al Palazzo di Vetro di New York da protagonista su tanti importanti dossier come la Libia, la Siria e l'emergenza migranti.
«Non siamo più un problema, dopo anni che venivamo qui ed eravamo sempre sotto la lente di ingrandimento. E ne dobbiamo essere contenti tutti», sottolinea il presidente del consiglio, rivolgendosi a chi continua a criticare aspramente l'azione del governo. E ricordando però come «ci sia ancora molto da fare». «Ma se l'Italia fa quello che deve è più forte di tutti, anche della Germania. Saremo la sorpresa d'Europa», assicura. E il da farsi consiste nel portare avanti le riforme economiche e sociali messe in campo dal suo governo e completare le riforme istituzionali in cantiere. Perchè è su questo che all'estero giudicheranno il nostro Paese. Anche lo scandalo Volkswagen non sembra creare particolari patemi d'animo al premier, nonostante i timori espressi nei giorni scorsi dal ministro dell'economia Pier Carlo Padoan: «Non sono così preoccupato per la crescita. La crescita dell'Italia è nelle mani degli italiani che - afferma Renzi - negli ultimi anni hanno avuto paura e hanno messo i soldi in banca. Ma se recuperiamo la fiducia, se tornano la tranquillità la consapevolezza di un Paese forte e solido, l'Italia può affrontare la ripresa con grande determinazione».
In pratica è questo il messaggio che il premier consegna anche nelle mani del finanziere George Soros e degli osservatori presenti al suo intervento alla Clinton Global Initiative, evento organizzato a New York dalla fondazione creata dalla famiglia Clinton, guidata dall'ex presidente Bill e dalla ex first lady Hillary candidata alla Casa Bianca. Ma è il messaggio che Renzi ripeterà anche a un gruppo di investitori americani che incontrerà domani in mattinata, prima di tornare a dedicarsi dei lavori del Palazzo di Vetro, dove interverrà in Assemblea generale martedì. E se arrivando all'Onu Renzi ha già avuto modo di incontrare in un bilaterale il presidente iraniano Hassan Rohani e di stringere la mano al leader cinese Xi Jinping e a quello cubano Raul Castro, nei prossimi giorni ci sarà la possibilità di incrociare molti altri leader, a partire dal presidente americano, Barack Obama, e da quello russo, Vladimir Putin. Oltre al bilaterale col presidente egiziano Al Sisi. A tutti il presidente del consiglio dirà che l'Italia si presenta all'appuntamento di quest'anno con la coerenza di chi ha sempre ripetuto che le crisi si risolvono solo coinvolgendo più attori possibili negli sforzi di pace: «Noi sui dossier più importanti siamo tra quelli che non hanno cambiato idea».
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