ROMA. «Matteo Renzi è il nostro primo tifoso e lo è anche il presidente della Repubblica. Lui è il primo a chiamare a a voler trasmettere agli azzurri e alle azzurre quanto è stato loro vicino». Per il presidente del Coni Giovanni Malagò le polemiche innescate dalla presenza del premier alla finale agli Us Open di tennis sono «fuori luogo. Se ci fosse stata la finale di Champions League e il premier non ci fosse andato - sottolinea Malagò ai microfoni di Radio Anch'io lo sport - sarebbe successo di tutto di più. Voglio ricordare che Renzi ha anche la delega allo sport ed ha la rappresentanza del mondo dello sport. Mentre vedeva la Vinci in semifinale mi ha mandato un sms dicendomi che dovevamo essere vicini a loro se fosse arrivata in finale. È doveroso che le istituzioni del Paese siano vicine alle ragazze italiane in un torneo così importante». «Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha invitato al Quirinale tutti i ragazzi e le ragazze che hanno vinto nelle ultime settimane». Il presidente del Coni Giovanni Malagò esalta le vittorie negli altri sport riuscite ad attrarre per una volta i riflettori più del calcio. «La fortuna - ammette Malagò ai microfoni di Radio Anch'io lo sport - ci ha aiutato in alcuni risultati sportivi, ma siamo stati fortunati nel saper cogliere certe opportunità e al tempo stesso ci sono molte energie spese e grande lavoro fatto. Non sarà sempre così, c'è una soddisfazione sconfinata da non tramutare però in euforia perchè potrebbe essere pericoloso». «Questa mattina - ricorda Malagò - ero al telefono con la pesca sportiva per parlare anche dei loro risultati. Bisogna dire che siamo l'unico paese al mondo competitivo in tutti gli sport anche nelle discipline sportive che non hanno i riflettori dei giochi olimpici». Gli altri sport insidiano l'interesse degli italiani per il calcio? «Si sta diffondendo una cultura meno monoteista per il calcio - evidenzia il presidente del Coni - gli stessi calciatori sono molto appassionati degli altri sport, anche loro sono i primi ad essere orgogliosi degli altri colleghi meno ricchi e famosi di loro».