PALERMO. No a un ingresso nel governo di Rosario Crocetta "perché mancano presupposti e garanzie", ma sì a un accordo col Pd sulle riforme da fare in Sicilia all'interno di un progetto politico di lungo respiro e dunque con l'avallo delle segreterie nazionali anche in vista delle prossime tornate amministrative.
E l'orizzonte di questo "patto istituzionale" potrebbe essere il rinnovo, imminente, delle commissioni parlamentari all'Assemblea siciliana. A tracciare il quadro è il sottosegretario Giuseppe Castiglione, coordinatore in Sicilia del Ncd, fin dall'inizio all'opposizione del governo Crocetta, che è sostenuto da Pd e Udc, oltre che da alcuni partiti miniori come Pdr, Sicilia democratica e Megafono.
Il sottosegretario dunque "apre" all'ipotesi, su cui lavorano da settimane gli ex cuperliani del Pd in Sicilia, di un allargamento della maggioranza che sostiene Crocetta al Nuovo centrodestra. I contatti tra il Pd e il partito di Alfano sono continui con buona parte dei deputati regionali del Ncd disponibili al nuovo corso anche se non mancano le resistenze da parte di alcuni dirigenti nazionali: ma la costruzione dell'accordo non è proprio a portata di mano.
Il Ncd punta a definire prima l'intesa con l'Udc per la creazione dell'Area popolare. Dice Castiglione: "L'alleanza con l'Udc deve avere un respiro nazionale, non possiamo certo creare un partito siciliano, non avrebbe alcun senso".
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