NEW YORK. «L'Italia delle riforme e del cambiamento»: questo è il Paese che il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha presentato a New York. Nel corso di diversi colloqui al Palazzo di Vetro e incontrando la comunità italoamericana al Consolato Generale della Grande Mela insieme alla presidente della Camera, Laura Boldrini, ha assicurato di portare qui «un'Italia diversa, che sta facendo notevoli passi avanti e che sta sempre più acquisendo fiducia anche sul piano internazionale».
«Il nostro Paese sta affrontando un percorso molto impegnativo, e sta rispondendo alle sfide con un cambiamento epocale e strutturale», ha spiegato Grasso, che con Boldrini rappresenta l'Italia alla IV Conferenza Mondiale dei Presidenti dei Parlamenti all'Onu. Il presidente del Senato ha citato la riforma costituzionale e quella sul lavoro: «I dati Istat, con
il tasso di disoccupazione sceso al 12%, quello giovanile al 40%, sono indicativi di una tendenza, che ci lascia ben sperare di essere sulla strada giusta», ha detto. E ancora ha parlato della riforma della giustizia e di quella della pubblica amministrazione. Nel corso della visita newyorkese ha anche incontrato il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha avuto tanti appuntamenti bilaterali, e ha parlato della campagna per la candidatura dell'Italia al seggio come membro non permanente in Consiglio di Sicurezza Onu.
«In questi incontri ho ripercorso i temi del terrorismo e della criminalità organizzata, e rappresentato il nostro know how, purtroppo creato sul sangue dei nostri martiri, delle tante vittime della mafia», ha spiegato. A questo proposito, Grasso ha ricordato proprio l'approvazione della legge sul terrorismo, con una serie di nuovi reati che colpiscono soprattutto i 'foreign fighters'. «L'Isis ha acquistato una dimensione territoriale che impone un'azione non solo militare, ma soprattutto politica, sociale ed economica - ha sottolineato il presidente del Senato - bisogna rafforzare le istituzioni nei Paesi dove prende piede lo Stato Islamico». Quindi, ha aggiunto che «le migrazioni e il flusso di profughi sono il risultato visibile di questo tema, persone spinte a scappare dai conflitti e dalla disperazione, che in Europa e in Italia trovano a volte accoglienza, ma altre volte freddezza, intolleranza, e indifferenza». Infine, Grasso ha parlato della «crisi del progetto europeo», dovuta anche all'incapacità di una risposta adeguata alla crisi economica, una risposta improntata al necessario rispetto delle regole di bilancio, ma poco alla crescita, allo sviluppo e al lavoro. «Oggi l'Ue si trova ad una svolta - ha concluso - o cambia oppure non esiste più, e noi vogliamo cambiarla e renderla più forte».
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