ROMA. Il Sud ha bisogno di infrastrutture, certo, ma anche di una nuova classe dirigente «che si occupi più del bene comune e faccia sentire tutti, a partire dai più deboli, parte della comunità. Serve un ricambio nelle istituzioni e nei partiti». Parola di Angelo Rughetti, sottosegretario alla Pubblica amministrazione, intervistato da Repubblica. Anche nel Pd, sottolinea, «la rottamazione non è arrivata fino in fondo. Vicino a forti leadership positive il rinnovamento è stato digerito e inglobato nel peggior gattopardismo per cui in molti casi dobbiamo dire che nulla è cambiato». «Non è questione di nomi, la tendenza è generalizzata. Il Sud è stato pieno di sindaci, consiglieri, presidenti, deputati e senatori che hanno utilizzato i consensi ottenuti non per agire sul territorio, ma per scalare le carriere politiche. Professionisti del Mezzogiorno, che come i professionisti dell'antimafia, hanno utilizzato il consenso per consolidare il potere e nulla hanno fatto per combattere la diffusa tendenza alla scorciatoia: io ti voto e tu risolvi il mio personale problema. Meccanismo che, al contrario, hanno utilizzato». «Cambiare si può, se nelle istituzioni e nei partiti mettiamo persone che si oppongano a questa logica e che puntino a ricreare quel senso di comunità per cui i problemi non si risolvono a livello personale, ma intervenendo sul territorio comune, sapendo che tutti sono legati dallo stesso destino».