ROMA. «La soluzione non è chiudere i locali né impedire l'ingresso ai minorenni. Vanno coinvolti i gestori nella sicurezza con strumenti innovativi di lotta al traffico di droga, inclusi gli agenti in borghese nelle discoteche». Per Filippo Bubbico, viceministro dell'Interno con delega alla pubblica sicurezza, intervistato dalla Stampa, le ultime tragedie in Romagna e in Salento «non sono coincidenze, ma segnalano la consistenza di un fenomeno da contrastare».
«Le statistiche dimostrano che la dipendenza si estende a fasce sempre più giovani - osserva -. Ad avere effetti devastanti specie sui minori è l'uso crescente di sostanze che alterano l'equilibrio fisico e psichico. Non esistono soluzioni preconfezionate per contenere la condizione di fragilità e malessere di giovani disposti a sperimentare questi prodotti. Un'autentica emergenza».
«Chiudere le discoteche non risolve alcun problema - sottolinea -. Non si possono sbarrare le porte ai i luoghi di aggregazione in cui si concentrano i problemi di dipendenza dei ragazzi. Vanno adottate altre misure per poi misurarne l'efficacia ma non si possono vietare momenti di svago. Gli operatori del settore devono considerare gli aspetti di esposizione al rischio. Perciò devono collaborare con le forze dell'ordine e impegnarsi di più anche perchè hanno tutto da perdere».
Le istituzioni dal canto loro devono «proporre attività antidroga in modo nuovo e aggiornato. Un impegno investigativo contro i trafficanti di morte che va dalla presenza discreta e capillare nei locali al contrasto su grande scala». La proposta di depenalizzare le droghe leggere «sarebbe una soluzione semplicistica a un problema complesso. Vanno aggiornate in Europa le norme per sconfiggere il traffico di droga e lo sballo che uccide».
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