ROMA. «Siamo chiamati a confrontarci sul Sud. Credo che il Pd possa trovare una vera unità. Voglio sottolineare che nei momenti decisivi il Pd si unisce. Se tutto il Pd non avesse votato per la Maggioni, non si sarebbe raggiunto il risultato». È quanto afferma ad Avvenire, Roberto Speranza del Pd, alla vigilia della direzione di oggi sul Mezzogiorno.
«È chiaro - spiega Speranza - che l'unità del Pd la fa il segretario, ricercando sempre una sintesi tra le posizioni in campo. Penso che negli ultimi mesi Renzi questo non lo abbia fatto e che perciò stiamo pagando un prezzo molto alto». «Da parte nostra - aggiunge - c'è massima disponibilità, però il segretario non può scaricare su altri la mancanza di unità». «La nostra posizione è molto chiara - sottolinea Speranza - . C'è un documento di 25 senatori che chiede, sulla base di una legge elettorale che produce una Camera dominata da un solo partito e fatta di nominati, che ci sia un Senato di garanzia e si restituisca la parola ai cittadini. Siamo profondamente convinti delle modifiche che proponiamo. Per l'assetto della nostra democrazia, non per rapporti interni al Pd». Su Napolitano che ha invitato a non ripartire sempre da zero, commenta: «Siamo tutti d'accordo che il Senato non vota la fiducia e non fa più le leggi ordinarie. Questa narrazione per cui se si modifica l'articolo 2 si torna all'anno zero è una cosa che non mi convince».
«Noi non parliamo di Vietnam - precisa quindi Speranza -. Altri hanno inventato questa storia. È una caricatura costruita da chi ha bisogno di un nemico interno». Alla domanda se preoccupi un nuovo Patto del Nazareno, Speranza replica: « Sulla Rai è obbligatoria una convergenza, prevede un'ampia maggioranza. Non mi scandalizza. Mi preoccupa più la ricerca di qualche voto di trasformisti di centrodestra», «di Verdini e degli amici di Cosentino».
Caricamento commenti
Commenta la notizia