Forse qualche battuta in meno sui soliti gufi sarebbe certamente opportuna. Resta il fatto che Renzi in poco più di un anno ha portato a casa un numero di riforme come nessun altro premier prima di lui. Le novità introdotte nella pubblica amministrazione dal voto di ieri fanno parte di una collana senza precedenti. Il lavoro, la scuola, la responsabilità dei giudici, la legge elettorale: mai tanto lavoro era stato svolto dal governo e dal Parlamento in un arco di tempo tanto limitato.
Altri impegni sono in calendario come il fisco e gli emendamenti alla Costituzione. Passaggi molto delicati nei quali il premier si gioca gran parte della sua credibilità (In particolare sul taglio delle tasse). Resta il fatto che già così siamo in presenza di un sillabario di cambiamenti destinati a incidere a lungo sulla vita del Paese.
Tanto più che c' è un filo rosso che unisce tutti gli interventi effettuati fin qui da Renzi. Vale a dire la ricerca della flessibilità e il premio alla meritocrazia. Una declinazione che non conosce eccezio ni: dalle sanzioni irrogate ai giudici che sbagliano fino al diritto concesso ai presidi di premiare i docenti migliori. Adesso arriva anche la possibilità di licenziare i dirigenti incapaci all' interno della pubblica amministrazione.
Si tratta di un salto di qualità enorme. Per un Paese abituato al familismo e al posto sicuro nello Stato sono novità rivoluzionarie.
La dimostrazione che qualcosa sta cambiando anche in Italia.
Per carità nessuno si fa illusioni.
Sappiamo bene che il terreno pullula di mine e di spine. Sappiamo perfettamente che i valori contenuti nella legge vanno calati nella realtà dai regolamenti e dai decreti d' attuazione. Un' operazione dove il conflitto d' interessi è inevitabile: i burocrati incaricati di scrivere le regole sono gli stessi che, prima o poi, potrebbero restare vittime della tagliola che hanno costruito. Facile immaginare che cercheranno delle scorciatoie per rendere inossidabile il potere degli uffici. Tuttavia queste considerazioni non ci devono fare perdere di vista l' elemento di fondo. Finalmente siamo di fronte ad un governo che vuole dare una svolta al Paese.
Speriamo solo che non si faccia condizionare dalla forza dei poteri corporati e tenga come riferimento l' efficienza e il premio al merito.
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