ROMA. Arriva a sorpresa, un po' come ha fatto il premier Matteo Renzi qualche giorno fa, il sindaco di Roma Ignazio Marino. Era l'ultimo giorno della Festa dell'Unità ieri, la kermesse è gremita e sul palco c'è il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. E il sindaco di Roma giunge al termine del suo intervento e l'abbraccia, alla presenza del presidente del Pd Matteo Orfini.
È la 'mini-pax' tra governo (e Nazareno) e il primo cittadino capitolino dopo giorni di polemiche, 'non dettì, indiscrezioni. «Non c'è nessuna guerra con il Pd», assicura Marino, suggellando una pace non certo definitiva: «ora deve governare» aveva detto, qualche minuto prima, Boschi. Il ministro delle Riforme, infatti, dal palco della kermesse conferma come il «Pd sostiene Marino» laddove «il governo farà la sua parte». «Lui in una situazione di criminalità, dimalaffare, è riuscito a dimostrare che è onesto e non ho dubbi su questo», sottolinea Boschi precisando tuttavia, come ora Roma «sia nelle mani» di Marino: tocca a lui «governare» e guidare la ripresa della Capitale. Parole pronunciate (e applaudite)
davanti ad una folta platea - presente anche Orfini - che, pochi minuti dopo, vede 'comparirè proprio il sindaco di Roma. E l'abbraccio con Boschi, le foto scattate ai due e a Orfini, e il
lungo giro degli stand fatto anche con il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti sembra quasi chiudere il 'coup de theatrè della serata Dem.
«Sono qui per festeggiare e ringraziare i militanti, per brindare al Pd e a Roma», evidenzia Marino ai cronisti che lo incalzano e, ad una militante che lo saluta chiedendogli perchè
stia ridendo, il sindaco risponde: «c'è da sorridere, non da ridere. Stiamo facendo un lavoro straordinario». Tra strette di mano, foto e l'incitamento a «non mollare» giunto da qualche
militante, Marino passeggia a lungo, con Boschi, Orfini e Zingaretti per gli stand della Festa dell'Unità, restando qualche minuto in più del ministro. Ministro che, 'in prima seratà, dal palco, si sofferma invece a lungo sugli equilibri del Pd dopo il voto di oggi al Senato sulla riforma della Rai. «Nulla di grave nel merito ma nel metodo credo che avere una parte del Pd che vota contro il Pd significa avere una parte del partito più ancorata a logiche di corrente che appartengono al passato che all' interesse dell'Italia, noi andiamo avanti comunque», spiega Boschi, che in vista del difficile passaggio sulle riforme a settembre, assicura come la maggioranza «non abbia problemi di numeri» ma allo stesso tempo invita «tutta FI» a tornare sui suoi passi e a «votare» il ddl. La battuta d'arresto sulla Rai, assicura inoltre Boschi, non è uno stop al percorso del governo. Un percorso che ha nel taglio alle tasse annunciato da Renzi un suo punto chiave. «Le coperture ci sono, lo vedrete nella legge di stabilità», assicura Boschi prima dell'ultima stoccata alla minoranza, critica sulla formazione del gruppo dei verdiniani. «»Oggi parte del Pd ha soccorso i verdiniani e Fi«, taglia corto il ministro.
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