ROMA. Rivendicare il successo delle riforme e la volontà ad approvarle ma mettendo bene in chiaro che il via libera al ddl Boschi non rappresenta un ingresso nel Pd. A chiarirlo è Denis Verdini in persona che dopo mesi rompe il suo proverbiale silenzio per certificare la nascita ufficiale di Alleanza Liberalpopolare Autonomie (Ala) composto da 10 senatori e che presto vedrà la luce anche alla Camera. Il programma, anzi il «manifesto politico» redatto e sottoscritto da Verdini e i suoi, ribadisce la necessità che la legislatura in corso sia veramente costituente: «Vogliamo essere liberi di completarla».
Dopo mesi di silenzi e di trattative con Silvio Berlusconi, il senatore toscano è un fiume in piena. La premessa del suo discorso, però, non solo è per chiarire la collocazione del suo gruppo (non andiamo con il Pd) ma ha come obiettivo quello di togliersi anche «qualche sassolino dalla scarpa». A finire nel mirino è Roberto Speranza ex capogruppo del Pd che non ha esitato a bollare come «film dell'orrore» il patto con Verdini.
Parole che non sono piaciute affatto all'ex coordinatore azzurro: «È come l'operatore del film 'Nuovo Cinema Paradiso' - osserva - a cui era dato di perdere la vista, ma non la memoria. Lui era capogruppo, ha fatto tutte le trattative senza scandali, con me si è comportato sempre in maniera corretta». Al di là delle polemiche, convitato di pietra di tutta la conferenza stampa è Silvio Berlusconi. Verdini e i suoi uomini non lo citano se non a specifica domanda. L'unico accenno fatto dal senatore è in un passaggio in cui specifica che tutti «ci sentivamo a disagio dove eravamo, ma non rinneghiamo nulla». L'intenzione è quella di tener fuori il Cavaliere e la rottura da Forza Italia. L'ex braccio destro del Cavaliere non fa mistero a parlare di «uno strappo che fa male e addolora». Nessuna intenzione di cancellare una storia comune ma, spiega Verdini «lui è sempre stato in questi 20 anni lungimirante, però questo non significa che sempre si vedono le stesse possibilità». Le strade sono al momento divise ma è lo stesso Verdini a lasciare uno spiraglio aperto. Un riavvicinamento infatti potrebbe esserci proprio sulle riforme ed in particolare sull'Italicum che vede Fi pronta a ritrattare il suo 'niet' alle riforme in cambio della modifica al premio di maggioranza: «Noi però rimaniamo contenti di aver approvato» la legge, ma «possiamo chiedere insieme ad altri le modifiche». In attesa di capire le mosse di Forza Italia però la nascita di Ala è da considerare anche dal punto di vista politico ed è lo stesso 'capò a mettere in chiaro quale sia il progetto: «C'è una prospettiva politica che è nelle nelle cose e che ritiene che l'area moderata sia il centro del Paese. Il centro determina sempre la vittoria dell'una o dell'altra parta ma per determinarla deve avere la libertà di potersi muovere senza pregiudizi».
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