ROMA. Il governo porrà lunedì 3 agosto alle 12 la questione di fiducia sul dl Enti locali nell'Aula della Camera. Emerge dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio. La fiducia sul provvedimento verrà votata martedì 4 alle 12.
Il decreto scade il 18 agosto ed è stato approvato dal Senato. Il governo ha dunque ottenuto due giorni fa a Palazzo Madama una importante fiducia sul Dl Enti locali e, soprattutto, sul taglio da 2,3 miliardi previsto per il 2015 alla sanità. Una misura che, assieme alla parole di Yoram Gutgeld sull'applicazione della spending review al comparto sanitario nazionale, ha scatenato le polemiche, alimentate anche dalle numerose assenze che hanno fatto mancare per ben 4 volte il numero legale in Aula. E per i 163 sì (contro i 111 no, nessun astenuto e un non votante) con cui il governo ha ottenuto la fiducia sul maxiemendamento presentato al disegno di conversione in legge del decreto, non sono stati decisivi neppure i futuri esponenti di Azione Liberalpopolare-Autonomie.
Compatto, invece, il voto favorevole della minoranza Pd a un provvedimento che, ha spiegato il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, contiene «molte misure attese dai Comuni» laddove il taglio da 2,3 mld è quello «concordato con le Regioni nella sede della Conferenza Stato-Regioni con l'unanimità delle Regioni presenti».
Le polemiche, però, sono tutt'altro che spente sulla sforbiciata prevista per il solo 2015 (con altrettanti 2,2 miliardi nel periodo 2016-17). Un taglio che riguarderà innanzitutto la spesa per i beni e servizi, dispositivi medici e farmaci, incidendo anche sulla rete ospedaliera. Ma ad accendere le polemiche è anche la previsione - contenuta nel maxiemendamento - di un decreto del ministero della Salute che andrà a ridurre le «prestazioni non appropriate», prevedendo che quelle considerate dalla futura norma non necessarie siano a carico del cittadino. E disciplinando anche una responsabilità per i medici che non rispetteranno i nuovi criteri (con una decurtazione del salario accessorio per chi non motiva la sua decisione). Criteri che saranno specificati in un dl ad hoc previsto per settembre, quando è in programma anche un nuovo tavolo tra Stato e Regioni che si preannuncia infuocato. Anche perchè c'è chi, come il governatore lombardo Roberto Maroni, parla già di «dichiarazione di guerra inaccettabile». E mentre Emilia Grazia De Biasi, presidente Pd della commissione Sanità al Senato, precisa come «ogni euro risparmiato debba restare nell'ambito della sanità» laddove sarebbe «stravagante» utilizzarlo per il taglio delle tasse sulle casa«, resta sulle barricate il M5S , che parla di »macelleria sociale per finanziare Renzi«.
Tra le altre misure del dl, atteso alla Camera, anche un programma straordinario - con nuovi fondi connessi alle esigenze sanitarie eccezionali - per il Giubileo (in vista del quale saranno assunti 2500 unità delle forze dell'ordine), uno 'sconto' al patto di stabilità interno da 7,5 milioni per tre comuni del Veneto colpiti dal tornado di inizio luglio, la 'defiscalizzazionè dell'autodromo di Monza e la stabilizzazione dei circa 5mila lavoratori Lsu-Lpu in Calabria.
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