ROMA. L'Aula del Senato dice «no» agli arresti domiciliari per il senatore di Ncd Antonio Azzollini. I «no» sono stati 189, i sì 96 astenuti 17.
«Sono soddisfatto» ma prima del voto «non avevo nessuna convinzione, avevo fiducia nelle mie argomentazioni». Lo afferma il senatore Ncd Antonio Azzollini ai cronisti sottolineando: «penso che sia stata determinante la conoscenza degli atti». Se mi aspettavo 189 no e 17 astenuti? «Non non me lo aspettavo», risponde Azzollini.
«Qui è stato fatto il semplice copia e incolla del gip dei documenti del pm senza alcuna
autovalutazione come si dovrebbe fare in base alla legge. La valutazione può essere da 0,5 a 10 ma non può essere zero». Lo dice il senatore Antonio Azzollini nel chiudere la sua arringa
difensiva in Aula prima del voto. La notizia del no all'arresto di Antonio Azzollini irrompe nell'Aula della Camera. «Come è possibile che una maggioranza del genere ha deciso a voto
segreto di non aiutare la magistratura? Siete la stessa schifezza che eravate due anni fa...», dice Maria Edera Spadoni di M5S, mentre i suoi colleghi urlano «Ladri!» verso i banchi
del Pd, da dove si levano altre urla.
L'Aula del Senato ha fatto i conti con il caso di Antonio Azzollini, il senatore di Ncd nei cui confronti la Procura di Trani ha chiesto gli arresti domiciliari per la vicenda del crac della casa di cura Divina Provvidenza. La Giunta per le Immunità di Palazzo Madama aveva proposto di dire sì alla richiesta dei magistrati pugliesi, ed era quasi certo che i senatori nel segreto dell'urna lo avrebbero salvato. Anche perchè a diversi gruppi, a cominciare da quello del Pd, è stata lasciata libertà di coscienza, come si legge nell'email inviata ai senatori Dem dal capogruppo Luigi Zanda che invita i suoi «votare secondo il proprio convincimento».
Azzollini, già coinvolto nell'inchiesta sulla maxi-truffa per il porto di Molfetta, è accusato, tra l'altro, di bancarotta fraudolenta, associazione a delinquere, induzione indebita.
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