ROMA. «La metropolitana di Roma e il sito di Pompei possono sembrare molto diversi fra loro. Ma hanno anche qualcosa che le mette sullo stesso piano. Sono beni comuni, appartengono alla collettività. E quindi credo sia giusto far rientrare la fruizione dei beni culturali tra i servizi pubblici essenziali. In modo da proteggerli meglio da quelle iniziative di protesta, non sempre legittime, che finiscono per danneggiare tutto il Paese». Lo afferma Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, in un'intervista al Corriere della Sera in edicola oggi. «La mia è un'osservazione personale e la materia non è di mia diretta competenza. Ma non sono il solo a pensarla così ed è opportuno procedere alla svelta», sottolinea il ministro. «Lo sciopero è un diritto tutelato dalla Costituzione e quindi credo sia meglio evitare un intervento diretto del governo. In Parlamento ci sono già diverse proposte di legge, le accompagneremo verso l'approvazione con il coinvolgimento di tutti», spiega Delrio, che ritiene il referendum preventivo tra i lavoratori per gli scioperi «una buona idea». «Deciderà il Parlamento - ribadisce il ministro -, non vogliamo imporre nulla dall'alto. Anche perchè in caso di proteste selvagge e sabotaggio non c'è mica bisogno di nuove regole. Con le leggi che abbiamo si può arrivare anche al licenziamento».
Alla domanda se ritenga che in questi giorni a Roma gli stop e i ritardi nei trasporti pubblici siano stati dolosi, Delrio risponde così: «Almeno in parte credo proprio di sì. Una cosa è chiedere un contratto collettivo che non venga rinnovato ogni dieci anni senza dover aspettare la Corte costituzionale, una cosa è volere regole più chiare sulla formazione e l'aggiornamento. Un'altra è timbrare il cartellino e poi non lavorare come il contratto impone. Chi non rispetta le regole non sta protestando ma sta facendo un atto di sabotaggio, di spregio verso il bene pubblico.
Con loro si deve essere molto duri, nessuna timidezza».
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