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Crisi di governo, Crocetta rilancia ancora:
il Pd mi sfiduci, io non mi dimetto

Il presidente torna a tuonare contro gli alleati: «Non lascio per inutili gossip». Oggi sarà in Aula: «Spero di trovare galantuomini»

PALERMO. Dirà che non si dimette, invocherà la sovranità del Parlamento, perché «sicuramente non si può sfiduciare un presidente della Regione solo per inutili gossip». Rosario Crocetta oggi in Aula, a mezzogiorno, proverà a spiegare ai deputati «che non posso assolutamente dimettermi per un’intercettazione inesistente come ribadito da tutte le Procure. Cosa mi aspetto? Non mi aspetto nulla, solo che in Aula ci siano dei galantuomini».

Dunque il presidente Crocetta proverà a chiarire la sua posizione coi riflettori puntati da tutta Italia. Lo farà all’indomani di un giorno in cui è tornato all’attacco, scatenato, in radio e sui giornali, dichiarando l’intenzione di arrivare a fine legislatura e inviando un comunicato stampa lunghissimo nel quale cita persino il drammaturgo francese Alfred Jarry, celebre autore del teatro dell’assurdo. Ma dopo il suo discorso la parola passerà all’Assemblea che dovrà discutere e prendere una decisione non solo sulla presunta intercettazione del medico Matteo Tutino che offende Lucia Borsellino.

«La lettera di Lucia Borsellino — dice il ministro Angelino Alfano — dice già tutto e avrebbe dovuto destare un grande scandalo dentro il Pd a prescindere da tutto questo. È questa la nostra posizione politica ed è coerente perchè siamo all’opposizione di Crocetta». Crocetta dovrà però difendersi anche sulla serie di intercettazioni dalle quali emerge che alcuni uomini a lui vicini discutessero di nomine e spartizione di posti nella sanità.

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