PALERMO. L’approvazione della riforma delle Province entro il 31 luglio, il via libera alla legge sull’acqua pubblica entro il 12 agosto e poi via da settembre ai lavori sui documenti contabili per garantire il pagamento di migliaia di stipendi tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016.
È la tabella di marcia fissata dai partiti all’Ars in quello che si prospetta come l’ultimo scorcio di legislatura. Poi potrebbero arrivare le dimissioni del presidente della Regione, Rosario Crocetta che ieri ha aperto a questa ipotesi. A conti fatti, il ritorno alle urne potrebbe essere fissato in primavera, scadenza sulla quale c’è la convergenza di gran parte della maggioranza e dello stesso premier Renzi.
Intanto tutti attendono il discorso in Aula del presidente della Regione previsto per domani a mezzogiorno, ma Crocetta ha già anticipato a grandi linee cosa dirà: «Non mi dimetto perchè non ho fatto nulla - sarà il ragionamento - e sono pronto a difendermi dall’eventuale sfiducia. Ma siccome non sono attaccato alla poltrona e non sopporto questo martirio quotidiano, sono pronto a lasciare concordando però un percorso con l’Ars e non con Roma». A questo punto si apre il dopo-Crocetta ma resta una grande incertezza.
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