ROMA. "Mentre gruppi di sventurati propagandano l'uso delle droghe, cominciando come di consueto dalla cannabis, comunque dannosa, le droghe continuano a uccidere. È anche colpa di tutti coloro che nella politica, nell'informazione, nelle spettacolo continuano a dire che drogarsi non è un errore. Anzi... L'ecstasy ha ucciso ancora a Riccione un ragazzo di 16 anni. Ora promuoveranno proposte per legalizzare anche le droghe chimiche? Del resto che senso avrebbe uno Stato spacciatore di una sostanza e non di un'altra?".
Lo scrive il vicepresidente del Senato ed esponente di Fi, Maurizio Gasparri. "Le campagne estive pro droga condotte da bande di sventurati - denuncia - alimentano stili di vita sbagliati e sono corresponsabili delle nuove vittime. L'informazione corretta deve denunciare i danni di tutte le droghe. Chi minimizza è colpevole per le vite stroncate. Si uccide anche con la menzogna", conclude.
Medici Cattolici, no a larvata liberalizzazione. "I danni alla salute derivanti dall'uso di droghe sono ormai acclarati da numerose ricerche dell'Oms, i cui risultati sono allarmanti, eticamente vincolanti ed orientano a non imboccare la strada del permissivismo". E' quanto afferma Filippo Maria Boscia, presidente nazionale dell'Associazione Medici Cattolici Italiani Amci).
"Fatti salvi gli aspetti terapeutici nel campo della terapia del dolore, l'uso di droghe di qualsiasi tipo, leggere o pesanti, non deve mai essere proposto senza responsabile motivazione - prosegue -. Bisogna escludere ogni larvata liberalizzazione perché tali azioni incentivano il passaggio dal ruolo di consumatore occasionale a quello di consumatore abituale, che poi evolve spesso nel ruolo di spacciatore". "Il potere politico è chiamato a grande responsabilità e non deve mai sottovalutare la necessità di porre in essere provvedimenti e azioni che non ostacolino il lavoro delle agenzie educative e che non favoriscano la dipendenza", aggiunge Boscia.
"L'Amci desidera stimolare il mondo politico ad avere maggiore attenzione alla dignità della persona e a promuovere ogni possibile iter di sostegno e di controllo sulla dimensione etica che avvolge tutto il disagio della droga - sottolinea -. Il problema etico è da considerarsi centrale perché ogni assunzione non terapeutica della sostanza è gravemente lesiva, illecita, in ragione delle conseguenze che si determinano sulla persona prima, sulla società poi, nella sfera della salute e della vita dei soggetti coinvolti negli usi e negli abusi". "Anche chi assume occasionalmente, sia solo per curiosità, una droga leggera, pur compiendo una semplice azione personale di libertà, si ricordi che contribuisce all'illecito profitto di chi commercializza queste sostanze", conclude.
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