ROMA. Gerardo Bianco, presidente dell'associazione degli ex parlamentari della Repubblica non ci sta alle stilettate che il presidente dell'Inps, Tito Boeri, gli ha rivolto dopo aver ricevuto una sua lettera in difesa dei diritti dei suoi rappresentati. Boeri, lo scorso 14 luglio, aveva sottolineato che servono paletti per la concessione dei vitalizi; in sostanza dovranno esser concessi solo a chi dimostra di esser disoccupato o con redditi bassi. Bianco oggi risponde e chiama in causa la Costituzione. Il numero uno degli ex parlamentari ribadisce che «il vitalizio non è una pensione, così come l'indennità parlamentare non è una retribuzione per l'attività parlamentare svolta». «L'indennità parlamentare, con il vitalizio ad essa strettamente connesso, sono stati inseriti nella Costituzione italiana a garanzia di due principi fondamentali: il principio di eguaglianza delle condizioni di accesso al Parlamento per tutti i cittadini, a prescindere dal loro reddito, dal loro patrimonio e grado di istruzione e - spiega - il principio del libero svolgimento del mandato parlamentare, senza condizionamenti e ricatti di alcun tipo, presenti e futuri». Da qui Bianco definisce «improprio rapportare il vitalizio ad un problema di redditi ante e post mandato parlamentare, poichè tra essi non v'è alcuna relazione». Il presidente degli ex parlamentari sottolinea anche che la tesi di Boeri «del vitalizio come 'assicurazione contro forti riduzioni del reddito' non ha presupposti di ordine politico o giuridico sui quali reggere poiché l'indennità e il conseguente vitalizio attengono all'ordine costituzionale dell'Italia che ha nel Parlamento il su architrave democratico». «Non ci siamo mai sottratti allo sforzo di solidarietà e di risanamento della finanza pubblica anche se abbiamo tutto il diritto di dubitare delle strade finora intraprese. Ciò che non possiamo accettare - conclude - è che vengano messi in discussione i principi costituzionali che regolano l'accesso e il libero svolgimento del mandato parlamentare».