BOLOGNA. «Se c'è un errore che ho fatto negli ultimi anni è stato non leggere con chiarezza e profondità il risultato elettorale del 2013: è successa una cosa nuova nella politica italiana, una forza politica che predica atteggiamenti e politiche profondamente diverse ha preso il 25%». Lo ha detto l'ex premier Enrico Letta che, a Bologna per la presentazione del suo libro, ha ripercorso gli ultimi anni della sua vita politica. «L'affermazione del Movimento 5 Stelle - ha detto Letta - è stato un terremoto al quale non si può rispondere banalmente facendo alleanze, anche perchè il M5S alleanze non ne fa, ma bisogna interrogarsi sul perchè del fatto che 8 milioni lo abbiano votato e darsi le risposte. Non lo abbiamo fatto, lo abbiamo fatto in forte ritardo, io per primo. Le scelte che ho fatto ultimamente, lasciando il Parlamento, dipendono anche da questa forte richiesta di diversità». «La cosa più complicata non è tanto ideare, comunicare e far approvare le riforme, ma applicarle». Lo ha detto l'ex premier Enrico Letta, a Bologna per presentare il suo libro, dove ha colto anche l'occasione per ricordare il suo maestro, Nino Andreatta. «Andreatta - ha detto Letta - diceva che l'uomo di governo deve mettere il 10% delle proprie energie nell'ideare, comunicare e far approvare le riforme ed il 90% nell'applicarle. E questo non è un concetto molto praticato». Letta ha ricordato anche la sua scelta di dimettersi dal Parlamento, che sarà ratificata nei prossimi giorni. «Ovviamente continua il mio impegno politico - ha detto - che voglio continuare da militante. È finito il tempo delle carriere politiche quarantennali, all'attività politica bisogna affiancare una professione». Una militanza che, ha assicurato, sarà all'interno del Pd: «io ho sempre fatto parte di questa famiglia - ha detto - e in questa famiglia rimango».