ROMA. Slitta, a data da destinarsi, l'incontro dato in programma oggi al Senato tra Pd e Ncd, sul destino della legge sulle unioni civili. Giorgio Tonini e Renato Schifani avrebbero dovuto sedersi al tavolo per trovare un punto di caduta che consentisse di sbloccare l'impasse e lanciare la volata finale per l'approvazione almeno in commissione entro fine luglio. Ma in serata, fonti parlamentari fanno sapere che l'incontro, oggi, non ci sarà: segno che la tensione tra Pd e Ap è tutt'altro che sciolta, anzi. Con i centristi ulteriormente divisi tra l'ala più 'morbida', disposta a mettere comunque in campo una regolamentazione e i 'pasdaran' allergici a qualsiasi apertura. E, non a caso, arriva l'avvertimento del deputato Alessandro Pagano che lancia l'affondo sulle indiscrezioni circolate circa un ipotetico 'scambio' tra un'apertura di Ap sulle unioni civili e il placet del Pd alla nomina di Gaetano Quagliariello agli Affari Regionali: "se fosse vero significherebbe la spaccatura, se non la fine del partito". Eppure, Matteo Renzi ha dato mandato ai suoi di provare ad accelerare. Perché, come ha detto anche dopo la lunga notte dell'Eurosummit di Bruxelles, "ora che l'Italia è fuori dal club della crisi, abbiamo la necessità di continuare il percorso delle riforme e rilanciare la crescita". Una road map aggiornata la traccerà lui stesso sabato mattina, quando all'Expo riunirà i mille delegati dell'assemblea Pd. E avrà occasione, spiegano i renziani, di tracciare la linea che scandirà i prossimi mesi, parlando a viso aperto agli esponenti della sinistra dem che criticano la linea del partito e annunciano barricate sulla riforma costituzionale. Sul ddl Boschi, spiegano i renziani, la via maestra resta il dialogo, purché non venga snaturato il testo. Mentre a chi sostiene che l'asse del Pd si sia spostato a destra, la replica viene dall'elenco delle riforme in cantiere. Non solo al Senato le unioni civili, ma anche la legge sulla cittadinanza calendarizzata in commissione alla Camera (relatrici la bersaniana Fabbri e la forzista Calabria) e la legge sul conflitto d'interessi (giovedì si concluderanno i lavori del comitato ristretto incaricato di elaborare un testo). Non è escluso neanche il blitz, prima dell'estate, sulla riforma della Rai: se al Senato si riuscirà a fare in fretta e con numeri abbastanza ampi, si potrebbe provare a incassare il via libera definitivo alla Camera nella prima settimana di agosto. Mentre già questa settimana, giovedì, senza voti di fiducia, dovrebbe arrivare il primo ok al ddl sulla P.a., che tornerà poi al Senato per il passaggio finale. Tutto sotto controllo, inoltre, per i decreti in scadenza, anche grazie al probabile accorpamento che li porterà da cinque a tre. Sulle unioni civili, invece, Renzi gioca la scommessa più difficile. Ncd chiede che nel testo venga esclusa ogni possibile 'confusione' con il matrimonio, inoltre che l'adozione del figlio del partner diventi affidamento. Il Pd è pronto ad ascoltare, ma non vuole cedere troppo terreno su una legge già molto equilibrata. Ad ogni modo si confida che tra i centristi - con i quali verrà saldata l'alleanza di governo a fine mese con il mini-rimpasto di governo - prevalga la linea di chi come Schifani e Alfano è disponibile a fare la legge, piuttosto quella dei 'pasdaran' alla Giovanardi, che hanno intasato la commissione con oltre 3000 tra emendamenti e subemendamenti. Qualche dem ipotizza anche un approdo in Aula della legge senza mandato al relatore, per poi farla passare con il sì di grillini e Sel. Ma i renziani spiegano che a quel punto diverrebbe difficile contenere il dissenso interno a Ncd, anche in vista delle successive riforme. L'obiettivo, caldeggiato dai Dem, è di approvare la legge entro luglio. Almeno in commissione, per poi fissare a settembre la data per un approdo in Aula. Ma in Ap non c'è alcun intenzione di accelerare, e lo slittamento dell'incontro di domani rende la partita unioni civili ancor più difficile