PALERMO. Revocabilità della domanda di prepensionamento, tutto da rifare. La giunta Crocetta ha stracciato l'accordo che Aran e sindacati avevano concluso quasi un mese fa per dare, a chi sceglierà di lasciare anticipatamente gli uffici, la possibilità di ripensarci. Il governo ha dettato nuove direttive, che l' Aran e i rappresentanti di categoria dovranno tradurre in un nuovo accordo entro due mesi.
Da qui ad allora, chi farà domanda non potrà poi tornare indietro. La revocabilità della domanda è una delle «dimenticanze» che l'ex assessore al Personale, Ettore Leotta, ha evidenziato sulla riforma delle pensioni inserita in Finanziaria. La legge punta a equiparare l'assegno dei regionali a quello degli statali e concede una via di fuga (con uno sconto sul taglio) a chi lascia subito sfruttando i requisiti in vigore prima della riforma Fornero. Ma, appunto, fino a ora le domande sono state poche (una cinquantina su oltre mille attese nel 2015) perché non è prevista la revocabilità.
Per di più fino alla settimana scorsa si temeva una impugnativa della riforma da parte dello Stato per altri «vizi di forma»: rischio ora scongiurato da una leggina approvata all' Ars che, tra l'altro, precisa meglio l'importo dell' assegno e sposta al 15 novembre il termine per fare domanda.
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