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Ars, via libera al ddl sugli appalti

In caso di impugnativa della Finanziaria nei conti della Regione si aprirebbe una voragine da oltre un miliardo. A rischio gli stipendi di precari, forestali e formatori

PALERMO. Cambiano in Sicilia i criteri di aggiudicazione degli appalti pubblici: un disegno di legge approvato oggi all'Assemblea regionale, con 46 voti a favore un contrario e un astenuto su un totale di 90 deputati regionali, ha introdotto una modifica che di fatto intende cancellare la corsa al massimo ribasso e la possibilità, per cartelli di imprese, di determinare il ribasso 'a tavolino'.

Norma dunque contro i condizionamenti delle gare e per i promotori del provvedimento anche come ulteriore scudo alle possibili infiltrazioni mafiose. Il disegno di legge, composto da un solo articolo, ha creato più di un attrito nel parlamento siciliano. Il Partito Democratico ha sollevato dubbi sulla costituzionalità della legge, che andrebbe in corto circuito con le disposizioni nazionali e "rischia di determinare e il caos nel mondo degli appalti in Sicilia, dal momento che basterebbe un ricorso al Tar per bloccare tutto". Una norma difesa, invece, dal resto del parlamento regionale con il Movimento 5 Stelle, promotore del ddl, sostenuto da tutto il centrodestra, Udc e il resto della maggioranza del governo guidato da Rosario Crocetta.

E proprio in merito ai dubbi sollevati dal Pd sulla costituzionalità del testo, Antonio Malafarina, ex questore di Gela, eletto all'Ars nel 'listino' del presidente Crocetta, intervenendo in aula ha detto che "ci sono due scuole di pensiero: chi vuole affrontare i problemi e risolverli, e chi preferisce il rispetto formale di una presunta legalità e resta ingessato dentro i confini di una presunta costituzionalità". Dopo il voto festeggia il promotore del ddl, il grillino Sergio Tancredi: "Ci sono 5.000 imprese che in Sicilia rischiavano di non arrivare a fine anno. E a chi mi dice a cosa serve questa legge, io rispondo: secondo voi quali sono le imprese che possono permettersi di lavorare per non guadagnare?".

Ma a festeggiare, nella Sala d'Ercole del Palazzo dei Normanni, si sono fatte notare anche le lobby: decine, infatti, i rappresentanti di categoria e di imprese che hanno assistito alla seduta dai banchi riservati al pubblico, vicinissimi agli scranni dei deputati, ai quali si accede solo su invito di un parlamentare. Dopo il 'si' è arrivato un forte applauso, fra le perplessità di qualche parlamentare che ha fatto notare che, quando si discute di appalti in Sicilia, bisognerebbe farlo lontano da pressioni e condizionamenti. "Abbiamo approvato un importante disegno di legge, non solo per i contenuti ma anche per la condivisione politica che ha trovato", chiosa Mimmo Turano, capogruppo dell'Udc all'Ars e relatore del ddl approvato.

Positiva la reazione di Fabio Sanfratello, presidente di Ance Palermo: “Esprimiamo compiacimento per l’Approvazione da parte dell’Ars di una legge che modifica i criteri di aggiudicazione e permette di aver ribassi più ragionevoli e di non avere più opere che non vengono completate perché i prezzi sono insostenibili”.

Intanto è arrivato il primo sì alle correzioni sulla finanziaria, dopo le tribolazioni della mattina. Stamani era prevista in commissione Bilancio all'Ars la votazione di un disegno di legge fondamentale per evitare il crac finanziario. Sul tavolo dei deputati sono arrivate le modifiche alla manovra economica approvata appena due mesi fa e già nel mirino del governo nazionale, che potrebbe impugnarla entro la prossima settimana.

E proprio per evitare impugnative l'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, aveva spedito all'Ars un testo che corregge le norme a rischio prima che vengano esaminate dal governo nazionale. Ieri un vertice a Roma fra l'assessore e il sottosegretario De Vincenti si è concluso con una intesa: se l'Ars approverà le correzioni entro giovedì, Roma non impugnerà nulla (o quasi). Da qui l'appello di Baccei al senso di responsabilità dei deputati.
Ma stamani, alla prima convocazione (ore 9,30) la commissione era praticamente deserta: "Su 15 membri - racconta il vicepresidente Vincenzo Vnciullo - solo in cinque si sono presentati. E uno solo era della maggioranza. Ho atteso per due ore, poi ho dovuto rinviare i lavori al pomeriggio". Nel pomeriggio nuovo tentativo, stavolta andato a segno. Inoltre, con 51 voti a favore e nessun voto contrario, l'Ars ha approvato il disegno di legge sui centri storici, il cui articolato era già stato approvato la scorsa

settimana.

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