ROMA. Appena cento pagine in formato tascabile per raccontare chi è Sergio Mattarella e confutare tutta una serie di luoghi comuni che gli sono stati cuciti addosso subito dopo la sua elezione a Presidente della Repubblica. 'Il Presidente', pubblicato da 'Editori internazionali riuniti', è il ritratto che di Mattarella ha fatto Pio Cerocchi, giornalista e storico, direttore responsabile del 'Popolo' quando direttore politico era Mattarella.
Una 'guida' per conoscere meglio il Presidente e spiegare come oltre il "carattere schivo, un po' timido e un po' severo", "non piacione", Mattarella sia "figura rara di politico e intellettuale insieme". Uomo "che sta nelle Istituzioni non per il solo gusto di esercitare il potere, ma in spirito di servizio al Paese", politico che "ha sempre tenuto in chiaro l'obiettivo - scrive Cerocchi - di rendere il migliore servizio possibile alla comunità del proprio Paese", "avendo cercato nella sua vita pubblica - aggiunge - di corrispondere alle giuste attese della gente, per scongiurare che le leggi e le norme che scaturiscono dal lavoro politico risultino un ingiusto, insopportabile e aggiuntivo peso ai tanti che su di essa già gravano".
La spinta che ha mosso Cerocchi a scrivere questo pamphlet è una delle sue epiche e viscerali arrabbiature. Il pomeriggio in cui Mattarella diventa Presidente della Repubblica in tanti chiamano Cerocchi, che lo ha conosciuto bene, per sapere 'di che squadra è il Presidente?'. Mattarella è molto più di questo, pensa Cerocchi, non è solo uno dei padri dell'Ulivo, non è solo l'uomo della legge elettorale maggioritaria, non è solo il figlio di Bernardo e il fratello di Piersanti, una vittima della mafia, è "un democristiano".
Una persona dalla "rara capacità di mantenere i tratti della normalità in condizioni pericolose". E di periodi difficili Mattarella ne ha attraversati molti, a cominciare dall'uccisione del fratello per mano della mafia, per passare all'assemblea organizzativa del partito ad Assago nel '91, alla vicenda del Mattarellum, alla sua direzione del 'Popolo' durante Tangentopoli. Un momento quest'ultimo in cui, ricorda Cerocchi, Mattarella "senza giocare a fare il giornalista" trasforma il giornale in un quotidiano che dà la linea.
Cerocchi, dunque, non ricorda per chi tifi l'appassionato di calcio Mattarella ma è convinto che "tanti appartenenti alla 'povera gente' potranno contare sul Presidente. Sull' intellettuale che nei suoi studi di diritto ha posto al centro la persona nel suo confidente rapporto con lo Stato". E qualche segnale è già arrivato.
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