ROMA. «Siamo qui per ricominciare, per avviare un cammino nei territori con gli uomini e le donne che sono stati abbandonati dal Pd». Così Stefano Fassina all'arrivo, al teatro Palladium di Roma, alla sua prima convention dopo l'addio al Partito Democratico. A chi gli chiede se queste sono le prime mosse per la costruzione di un nuovo partito, Fassina risponde: «Sì, ripartiamo per arrivare ad un partito». Ci sarà spazio per i fuoriusciti del Pd ma anche dei Cinquestelle? «Siamo con chi condivide la nostra idea di cambiamento radicale dell'Italia e di un'Europa che non funziona e che schiaccia i popoli» ha risposto Fassina. «Oggi non è solo la festa indipendenza degli Stati Uniti. Oggi celebriamo l'indipendenza da una sinistra rassegnata e subalterna, vincente senza vittoria». Così Stefano Fassina alla sua prima convention da ex Pd. «Renzi non è un usurpatore del Pd, è l'interprete più abile della subalternità della sinistra».«Il Pd vuole essere il partito degli interessi più forti, di Marchionne, del partito degli affari, del Lingotto».