ROMA. Silvio Berlusconi torna in pubblico rompendo il silenzio dietro cui si era trincerato ormai da settimane. E, rubando la scena al neo allenatore del Milan Sinisa Mihajlovic, il Cavaliere sfrutta la conferenza stampa per 'benedirè pubblicamente Diego Della Valle ed il suo progetto 'noi italianì che debutterà a settembre.
L'endorsement del leader azzurro sembra ormai archiviare gli scontri e le litigate pubbliche con il patron della Fiorentina: «C'è bisogno di gente nuova Della Valle è un ottimo imprenditore ed è nuovo in politica», è il giudizio dell'ex capo di governo. Capire quale siano le mire del Cavaliere è ancora prematuro e soprattutto difficile ipotizzare se gli interessi di mister Tod's possano convergere con quelli di Berlusconi, una cosa però è certa, l'imprenditore marchigiano rappresenterebbe il profilo ideale del futuro leader così come lo immagina l'ex capo di governo: «Credo - è il ragionamento che fa Berlusconi - che il futuro non possa che essere portato avanti con successo da gente che viene dalla vita vera e non da chi fa la politica di mestiere e che pensa al proprio personale interesse».
Un messaggio chiaro (Salvini per primo) a chi ambisce alla futura leadership. Il segretario della Lega non commenta proseguendo il lavoro di tessitura con il resto del centrodestra. Ed è proprio pensando all'ipotesi di un'intesa futura che Salvini ha incontrato Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia. Ad accumunarli la volontà di «costruire un'alternativa al renzismo» magari partendo dalla possibilità, nel caso di elezioni a Roma, di raggiungere un'intesa su un candidato comune.
Prima delle elezioni a Roma però, l'attenzione sarà sul progetto che Della Valle metterà in campo a settembre. I dettagli sono ancora top secret anche se il patron dei Viola ha tenuto a precisare che la sua creatura non sarà un nuovo partito politico «ci occuperemo di solidarietà». L'idea invece di dar vita ad un nuovo progetto è da mesi nella mente del Cavaliere.
È lui stesso a confermalo in conferenza stampa con un sorriso: «Volevo fare un altro partito, ma poi se ve lo dico lo scrivete... Era una battuta!». Parole sibilline che lasciano però il campo alla chiarezza quando di tratta dei prossimi impegni. Il fine ultimo rimane quello di ricompattare tutte le anime del centrodestra anche se aggiunge il Cavaliere: «A me basterebbe convincere tutti quelli che non votano ad andare a votare».
Il problema dell'astensionismo è dato, secondo Berlusconi, dall'attuale classe dirigente: «C'è il 50% di persone che non va più a votare, sono delusi, sfiduciati e rassegnati. Vedono - osserva il Cavaliere - che tutti questi in politica hanno un qualcosa che non corrisponde alle esigenze di una conduzione diversa del Paese».
Un'accusa da cui non sfugge Matteo Renzi, bollato come «un professionista della politica. Non ha la capacità di mettere conto dei provvedimenti in grado di risolvere i problemi della gente e avviare il Paese verso uno sviluppo».
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