PALERMO. «Dal punto di vista normativo dobbiamo semplificare la gestione dei beni confiscati». Lo ha detto il sottosegretario alla giustizia Cosimo Ferri intervenendo questa mattina al Festival del lavoro in corso al Teatro Massimo di Palermo.
I beni definitivamente assegnati sono solo il 3,8% di quelli inseriti nel registro nazionale, «un dato significativo», ha detto Ferri, «che impone alla politica tempi stretti nell'approvare queste norme. Serve un intervento normativo per porre rimedio a queste percentuali. Su questo il governo sta lavorando e bisogna anche riconoscere dove è impossibile salvare le imprese. Bisogna riconoscerlo e investire quei soldi sugli ammortizzatori sociali per i lavoratori in maniera tale da reinserirli nel mondo del lavoro». Per Ferri, dunque, «la rapidità della risposta è determinante in questo settore».
Al momento del sequestro di una azienda in mano alla criminalità organizzata molto spesso si perpetua «un aziendicidio, l'omicidio della stessa». Lo ha detto Umberto Postiglione alla guida della agenzia nazionale dei beni confiscati, partecipando oggi al Festival del Lavoro in corso al
Teatro Massimo di Palermo. «La confisca», ha spiegato, «può arrivare molti anni dopo il
sequestro e cosa vive intanto l'azienda in questo periodo? L'interruzione di ogni sostegno economico e 'l'entusiasmò da parte di chi deve accertare e fare controlli, tanto è che noi siamo riusciti a concepire una norma per il blocco dei controlli quando si fa il sequestro. Ovvero si da atto che esiste una onda anomala di controlli al momento del sequestro. E questo è assurdo
perchè sottende che quando l'azienda era in mano ai criminali questi non si facevano, e si stava alla larga». Quindi, per Postiglione, «l'amministratore giudiziaria può essere il più bravo del mondo ma spiegatemi cosa può fare a fronte della chiusura di ogni finanziamento e di tutti questi controlli che diventano contravvenzioni, multe, tasse da pagare? Questo comporta un aziendicidio, l'omicidio della azienda. Questa non si riprenderà mai, avrà delle enormi difficoltà».
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