PALERMO. La corruzione è una «vera e propria tassa occulta per il sistema economico», che si diffonde come un «cancro»: e uno dei principali antidoti per combatterla è un’effettiva concorrenza. Il presidente dell'Antitrust, Giovanni Pitruzzella, rivendica il ruolo e la funzione dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato anche di fronte ad uno dei maggiori mali del sistema italiano. E lo fa in occasione della relazione annuale al Parlamento, pronunciata in presenza delle massime cariche dello Stato (il capo dello Stato Sergio Mattarella e i presidenti di Senato e Camera Grasso e Boldrini). Un’occasione in cui ha evidenziato il clima nuovo in cui si trova il Paese, grazie ad una serie di riforme strutturali, che stanno creando «un ambiente favorevole all'iniziativa economica» e «rimuove alcune delle principali cause del deficit di competitività». Un'ulteriore spinta all'apertura dei mercati, poi, secondo il Garante, potrà venire dall'approvazione in Parlamento del ddl concorrenza, che «incide su mercati in cui permangono regolazioni che creano privilegi, forme di rendita che non incentivano la concorrenza» (assicurazioni, servizi professionali, tlc, distribuzione dei carburanti e distribuzione dell'energia): l'opposizione delle lobbies sarà «assai intensa», avverte Pitruzzella, ma «il Parlamento saprà resistervi». Da parte sua l'Antitrust prosegue nell'attività di punizione degli illeciti: da 2014 ad oggi sono state irrogate sanzioni per 266 milioni di euro (di cui 80 nei primi cinque mesi e mezzo del 2015), con particolare attenzione a cartelli e intese. Per la tutela dei consumatori, invece, sono stati chiusi 210 procedimenti di pratiche commerciali scorrette e con sanzioni per 30 milioni. Il peso della corruzione Quanto alla lotta alla corruzione, dopo aver riconosciuto lo «straordinario lavoro» dell’Autorità presieduta da Raffaele Cantone, Pitruzzella ha ribadito che «i principali antidoti per combattere il diffondersi della corruzione – vera e propria tassa occulta per il sistema economico - sono una concorrenza effettiva, la certezza del diritto e la sburocratizzazione in modo tale da ridurre i margini di discrezionalità degli interventi dei poteri pubblici nella sfera economica». Il Rating di legalità si è rivelato uno strumento efficace: il numero delle domande di attribuzione è più che raddoppiato, passando dalle 142 del 2013 alle 407 del 2014, raggiungendo il picco di 605 richieste nei primi cinque mesi di quest’anno. Il conflitto di interessi Secondo Pitruzzella, vanno rafforzate, a livello normativo, le misure preventive contro il conflitto di interessi, sottolinenado che nel 2014 si è evidenziata «una maggiore consapevolezza dei divieti connessi all’assunzione del mandato governativo da parte dei destinatari della legge». «La fase patologica dei divieti post-carica è stata pressoché eliminata grazie all’intensa attività consultiva svolta a partire dal 2011», ha detto, ma «a livello normativo vanno tuttavia ancora attuati gli interventi di riforma necessari a rafforzare le misure a carattere preventivo e i poteri di enforcement dell’Autorità, proseguendo l’iter del disegno di legge in discussione in Parlamento». Le banche e le fondazioni Pitruzzella ha sottolineato anche la spinta dell’Autorità per alcune delle riforme poi varate; indicazioni che «incentivano l’innescarsi di più accentuate dinamiche competitive nel settore bancario», ha sottolineato citando la riforma della governance delle banche popolari e le nuove norme sulla «portabilità dei conti correnti». Le sfide per il futuro I settori in cui c'è ancora da fare non sono pochi, dai servizi pubblici locali («ancora troppi ostacoli deprimono la concorrenza e l'innovazione creando privilegi e rendite di posizione»), ai servizi professionali («investito da un rilevante processo di liberalizzazione», ma restano alcuni riferimenti normativi suscettibili di vanificarne la portata), fino ai settori dell'energia elettrica, gas e idrico («patologica dipendenza del consumatore dall'impresa»). Infine le telecomunicazioni, alle prese con la sfida dello sviluppo della rete a banda ultra larga: il controllo dell'infrastruttura da parte dell'operatore verticalmente integrato (in sostanza Telecom) «può diventare una rendita» senza le garanzie per l'accesso agli altri operatori, avverte Pitruzzella, che dopo le basi poste dalla Strategia del Governo si rivolge alle imprese, cui tocca «ora fare la loro parte di protagonisti» cogliendo le opportunità di investimento.