ROMA. "Oramai lo dico senza alcuna vis polemica... Non partecipo più alle riunioni del Pd. Non mi arrabbio neanche più, sono preoccupato. Se si spezza il legame tra il Pd e la sua gente viene meno un punto di tenuta che ha retto finora. E rischiamo di cedere nel pieno della crisi europea, stretti tra Grecia e immigrazione".
Lo afferma al Corriere della Sera, l'ex premier Massimo D'Alema, che sul voto delle amministrative dice: "Quello che è avvenuto è più che un campanello d'allarme. Ho letto dichiarazioni che attribuiscono responsabilità alle primarie, ai candidati. Ma come? Una volta le primarie facevano vincere e ora fanno perdere? Tutto questo non c'entra nulla". "Quando c'è una tendenza che si manifesta in tutto il Paese - prosegue - e con tutti i candidati, salvo eccezioni, si è di fronte ad un fatto politico. Non ci vuole un grande analista per capirlo: una parte grande del nostro elettorato ci ha abbandonato e il crollo della partecipazione al voto è stato particolarmente forte nelle Regioni rosse".
Sul Pd D'Alema aggiunge: "Il fatto più grave? Tanti militanti e dirigenti hanno abbandonato il partito negli ultimi mesi e anziché capire che questo era il segno di un distacco progressivo di una parte importante dell'insediamento storico della sinistra, si è reagito con un atteggiamento sprezzante che ha finito per radicalizzare un sentimento negativo verso il Pd".
"Il Renzi 1 - osserva ancora D'Alema - è quello che ha portato il Pd unito alle Europee" poi però "si è illuso di avere oramai vinto e di poter fare da solo, ma ha finito per deludere molte delle speranze che aveva suscitato". "Va ricostruito il centrosinistra", sottolinea l'ex premier, secondo il quale "se la sinistra fa le riforme della destra il nostro popolo ci lascia". L'intervista si chiude sulla vicenda del sindaco di Roma, Ignazio Marino: "È in una tempesta, indebolirlo e lasciarlo a se stesso non va".
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