ROMA. «Serve una nuova idea di città per progettare il futuro della Capitale. E serve uno schema di governo diverso grazie a una legge speciale che ne determini il profilo adeguato con poteri e risorse da città-Regione». Ne è convinto Luigi Zanda, capogruppo del Pd in Senato, che in un'intervista al Messaggero indica la strada per il rilancio della Capitale. «Malgrado tutto il marciume che sta emergendo - spiega -, Roma è piena di risorse positive, di persone per bene e di qualità». «Bisogna capire cos'è la corruzione romana - aggiunge -. Ciò che è emerso a Roma è gravissimo, siamo di fronte a delitti che sono diventati un'epidemia sociale. Oppure anche il contrario: siamo di fronte a pezzi di società che dalla vita civile sono passati alla malavita». «Il punto è proprio questo: l'attività delittuosa è diventata un fenomeno sociale. Questa configurazione dello scandalo romano rende la crisi più grave: dimostra quanto la società sia stata permeata. E sullo sfondo di tutto questo c'è la crisi dello Stato, della sua autorità e presenza capillare». «Il Pd romano ha passato periodi di grande nobiltà. Ci sono stati sindaci come Petroselli e Argan, come Rutelli e Veltroni che hanno amministrato con saggezza e onestà. Poi purtroppo frange del Pd romano, durante il quinquennio di Alemanno, sono state tentate. E hanno ceduto». «Orfini sta lavorando bene sul partito, ma per battere una corruzione come quella di Roma ci vuole altro», «intanto c'è bisogno che lo Stato sostenga fortemente la scuola, la famiglia, i corpi intermedi. Solo così si forma e si forgia la forza morale delle persone che è la sola che permette di resistere alla corruzione».