Ecco, il neo Presidente si è distinto per pudore e asciuttezza: non ha mai brandito la croce che è toccata a lui, fratello di Piersanti, come tutte le famiglie colpite dalla ferocia di Cosa Nostra, per diventare un professionista dell’antimafia. Così li chiamava Leonardo Sciascia, nel momento in cui li vedeva imboccare la scorciatoia del potere sfruttando meriti (veri o presunti) sul campo di battaglia della legalità. Ma questo essere figlio di una trincea ha segnato indelebilmente Mattarella, facendone uomo mite ma di confine, che lo marca e lo caratterizza. Lo ha fatto da democristiano, schierandosi tante volte anche su materie controverse.
Virman Cusenza, il Messaggero dell'1/2/2015
Uomo colto, austero, dal tratto poco interventista. Si illude però chi pensa che sarà un presidente addetto alle cerimonie e al taglio dei nastri, dipendente dal governo in carica o dalla sua maggioranza. Mattarella, un minuto dopo il suo insediamento, sarà il garante dell’unità della nazione e dell’interesse generale del Paese. Non ha infatti di dire grazie a nessuno. Avrà un orizzonte di sette anni e saprà dimostrare la più completa autonomia. Al di sopra delle parti, mai sopra le righe e mai sotto tutela. Mattarella ha, inotre, una profonda conoscenza della Costituzione e dei meccanismi istituzionali (la legge elettorale in vigore per alcuni anni portava il suo nome). Sicuramente farà sentire il suo peso nel percorso delle riforme che il Parlamento voterà nei prossimi mesi. Il largo risultato ottenuto rafforza il suo ruolo e la sua possibilità di indirizzare e di incidere.
Luciano Fontana, Corriere della sera dell'1/2/2015
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