ROMA. «Per prima cosa dobbiamo ricostruire il Pd. La suggestione del partito della nazione mi pare superata da queste elezioni». A dirlo è il ministro della Giustizia Andrea Orlando, che intervistato dal Corriere della Sera spiega: «oggi l' obiettivo è costruire un grande soggetto riformista del centrosinistra. Qualche anno fa avrei detto una grande forza del socialismo europeo; oggi è un richiamo non più sufficiente. Il multipolarismo anche in Italia è un dato strutturale».
Addio partito della nazione? «Io non ci ho mai creduto. L' ho sempre considerata - dice il ministro - un' idea ambigua, addirittura pericolosa. Una forza politica del centrosinistra europeo deve mantenere solide radici, e conquistare una parte dell' elettorato moderato». Il Guardasigilli torna sull' esito delle Regionali: «il Pd tiene e vince». «Forse si era sopravvalutato il voto delle Europee. Ma il segnale d'allarme è il risultato complessivo», «metà dell' elettorato - sottolinea Orlando - se ne sta a casa».
Il ministro si sofferma anche sulla competitività mostrata dalla destra: «l' idea di sbaragliarla soltanto con una leadership forte e con un posizionamento politico intelligente è una velleità che non ho mai condiviso». Riflette poi sul voto ligure; se abbiamo sbagliato candidato? «Il candidato che vince le primarie è il candidato giusto. Ha pesato tantissimo il comportamento sleale di un pezzo del partito. Ma è stato un errore anche aver pensato che le primarie potessero risolvere tutto, dal programma alla coalizione». Anche in un colloquio con la Stampa Orlando torna sul voto in Liguria: «ho cercato di dare qualche indicazione, molto felpata», «ma mi sono sentito rispondere di farmi i fatti miei».
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia