ROMA. Si dice certo che domenica sarà una giornata di «gran belle sorprese». E si dice anche certo che il verde della Lega prenderà il posto del rosso della sinistra anche lì dove c'è da anni. Matteo Salvini si presenta sicuro a pochi giorni da una tornata elettorale che per la Lega sarà un bel banco di prova. Per la quota di consensi che riuscirà a conquistare. E perchè così si presenterebbe più che mai come l'altro Matteo e, dunque, l'anti Renzi. Il Veneto, con il suo Luca Zaia, lo dà per scontato. Ma Salvini si sbilancia anche su altre regioni, come la Toscana del premier o l'Umbria «dove si vota sinistra da 45 anni e dove sento forte la voglia di cambiamento». C'è poi la Liguria, dove la Lega va a braccetto con Forza Italia e con Giovanni Toti «che vincerà». «Abbiamo fatto un passo indietro in Liguria, vero - dice - ma vediamo anche chi voterà la Lega che se non il primo sarà il secondo partito». Del resto, Salvini su un punto è chiaro: «L'importante è partecipare lo dico a mio figlio, se io andassi in giro per partecipare e non per vincere sarei un fesso». E lui, di vincere, è sicuro. I grillini? «Nei fatti, sia a Roma che a livello locale, hanno fatto poco», e quindi «avremo più voti di loro», sentenzia. Berlusconi e il suo progetto di unire i moderati? «Ne riparliamo dal 1 giugno e vediamo chi premieranno gli elettori - spiega - Io ho già una mia idea. Penso che i moderati siano sempre meno moderati e più incazzati vogliono delle risposte chiare e decise e non delle vie di mezzo alla Alfano». Accordi con il Cav? «Dipende dai progetti. Io non faccio accordi con Tizio e con Caio. Voglio vincere perchè il Governo Renzi-Alfano è il governo dell'immigrazione, delle tasse», mette in chiaro. E così, a pochi giorni dal voto, Salvini procede a muso duro sui suoi «temi cult». Le politiche sull'immigrazione, tanto per iniziare. «L'Europa ci sta prendendo in giro. L'Italia dovrebbe fare da sola come fanno gli altri Paesi europei, difendere i confini - tuona il leader - Il problema non è mandare Frontex in Sicilia, ma è usare la Marina Militare per difendere i confini ed evitare partenze e sbarchi». E guai a parlargli della ipotesi di Mario Morcone, direttore del Dipartimento libertà civili e immigrazione del ministero dell'Interno, di una redistribuzione dei profughi soprattutto al centro nord: «Ci mancava solo il prefetto smista-migranti, l'uomo di Alfano. Ma si dimetta!». Invita tutti a votare, l'anti Renzi, per dare un segnale «all'Europa che ci massacra» e al premier «che pensa che gli italiani siano così scemi che ha messo le elezioni nell'unico ponte dicendo ci penso io a voi con i punti della Esselunga». Un voto che Salvini «dedica» anche a chi protesta ai suoi comizi «imbecilli dei centri sociali»: «Spero che domenica la genti voti anche contro di loro e la loro violenza e in nome di un segnale di libertà e di democrazia».