ROMA. Continua lo stillicidio dei nomi degli 'impresentabili', i candidati entrati per mafia ed altri reati 'spia' negli elenchi che l'Antimafia renderà noti solo venerdì, a 24 ore dal voto e alla vigilia del silenzio elettorale. Intanto deflagra in Campania la grana De Luca, con schizzi che investono direttamente Matteo Renzi. Non fa bene al premier, infatti, la sicumera con la quale il candidato Pd in Campania, Vincenzo De Luca, lo chiama in correità contro il rischio decadenza legato alla legge Severino e alla annunciata sentenza di ieri della Cassazione, che affida al giudice ordinario e non al Tar il giudizio sulla sospensione. «Renzi ha chiaramente definito la Severino un problema superabile, confermando che chi viene scelto dai cittadini, con un voto democratico, potrà tranquillamente governare», mette le mani avanti De Luca che, in serata, corregge il tiro sottolineando la neutralità del governo nel dibattito. La questione è che se De Luca fosse eletto non potrebbe esercitare le sue funzioni perchè proprio il premier, stando alla lettera della legge, dovrebbe dichiararne la sospensione in quanto condannato in primo grado per abuso d'ufficio. C'è chi pensa di percorrere la via dell'immediata formazione di una giunta con tanto di assessori e un vicepresidente facente funzioni. Ma è chiaro che il pasticcio De Luca rischia di imbarazzare il premier. «Sento parlare di impresentabili, ma sulla legalità non prendiamo lezioni da nessuno. Questo è il Pd, è legalità. C'è chi la combatte a parole, chi con i fatti», contrattacca dalla campagna elettorale in Umbria Renzi. In attesa del 'catalogo dell'Antimafia' (dove tra gli 'impresentabili' figurerebbero, oltre a 4 pugliesi, 13 campani di diverse liste, anche tra quelle civiche che appoggiano De Luca), il premier riepiloga perciò quanto fatto dal governo per la legalità: legge anticorruzione con pene molto più dure per chi ruba, una legge per cui chi vuole patteggiare deve restituire ciò che ha rubato, reintroduzione del falso in bilancio che altri avevano tolto, legge sull'autoriciclaggio, gli accordi con la Svizzera e il Vaticano, legge sui reati ambientali«. Considerato il caos Campania, Silvio Berlusconi fa pronostici a suo vantaggio: »Se il centrodestra vincerà in tre regioni - Veneto, Campania e Liguria - Renzi dovrà dimettersi da premier«. E dalla Carfagna a Brunetta, sperando di condizionare a loro vantaggio l'esito del voto, diversi esponenti azzurri pretendono da Renzi spiegazioni su come supererà l'ineleggibilità di De Luca. Intanto, mentre il caso finisce nelle prime pagine del Finacial Times, Beppe Grillo ha gioco facile nel chiedersi (come fa in diverso modo pure Area Popolare) »perchè se ci sono impresentabili in odor di mafia nelle liste dei partiti che si presentano alle elezioni regionali Rosy Boccacucita Bindi ha deciso di tenere segreti i nomi fino a venerdì, al limite del silenzio elettorale? Per non imbarazzare i candidati presidenti del Pd?«. #Bindifuoriinomi, scrive dunque sul suo blog il leader pentastellato, mentre gli M5s attaccano il Pd per aver dato la colpa ai grillini della fuga di notizie sull'elenco. Intanto il leader della Lega Matteo Salvini - che della vittoria intende fare l'inizio della sua Opa sul centrodestra - pronostica: »Vinciamo in Veneto e belle sorprese anche in Liguria, Umbria e Toscana«. Nel frattempo la commissione Antimafia respinge le critiche sulla tempistica : »La raccolta delle informazioni e il necessario riscontro sui candidati - si legge in un comunicato - si sono rivelati complessi e laboriosi. Nonostante le difficoltà oggettive, la Commissione sta svolgendo con il massimo scrupolo il proprio lavoro«.