ROMA. L'obiettivo è «un progetto di sinistra di governo. Con Landini ci siamo visti, per me è un interlocutore. Non credo che la sua iniziativa si chiuda in un fronte sindacale». Lo afferma, all'indomani dell'uscita dal Pd, il parlamentare Pippo Civati, secondo cui la prossima settimana potrebbero esserci «altri movimenti. Sarà interessante - dice in un'intervista al Corriere della Sera - vedere chi si muove con me, a partire dal Senato». «La mia credibilità si stava offuscando, l'accusa di non avere coraggio stava diventando insostenibile», spiega Civati. «Io non ho tradito. È Renzi che non ha rispettato il programma con il quale siamo stati eletti. Esco per coerenza, per le troppe differenze di metodo e di merito e per lo spostamento a destra del baricentro politico». «Io non dico che chi resta è incoerente, se no Cuperlo si offende. Ma quella frattura è irrecuperabile e chi si sta dedicando alla ricucitura, ha scelto una strada troppo complicata. La minoranza si è divisa e il colpo lo ha mancato, per usare la metafora di D'Alema», prosegue Civati. Quanto a Bersani, «è un uomo troppo garbato e troppo onesto. Non voleva enfatizzare i contrasti, ma ricomporli. Solo che Renzi non è Bersani, nel bene e nel male. Hanno affrontato l'arrivo di Matteo come le società precolombiane con i conquistadores. Bersani - aggiunge - potrebbe essere una figura di riferimento del nuovo partito, ma non credo che lascerà il Pd».