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Italicum, è il momento del voto finale alla Camera: le opposizioni lasciano l'aula

ROMA. La riforma della legge elettorale dovrebbe essere approvata in via definitiva questa sera dalla Camera. Il voto sarà a scrutinio segreto su richiesta di Forza Italia. Le opposizioni hanno confermato la scelta dell'Aventino lasciando l'Aula della Camera pochi minuti prima del voto finale sull'Italicum: M5S, FI, Sel, Lega e Fdi sono usciti in Transatlantico, durante la dichiarazione di voto del vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini.

Al loro posto sono rimasti solo i deputati della maggioranza, mentre gremito è il banco del governo di ministri e sottosegretari.

LE OPPOSIZIONI. Forza Italia e le altre opposizioni non parteciperanno al voto sull'Italicum: lo ha reso noto Renato Brunetta al termine dell'assemblea del gruppo di Fi che ha deciso appunto di "non partecipare a questa infausta giornata per la democrazia italiana e per la democrazia parlamentare". Brunetta ha definito questa giornata "una violenza che Renzi e il suo governo, la sua maggioranza infliggono al Parlamento e all'intero paese". "Si approvano, tentano di approvare, una riforma elettorale senza partecipazione alcuna da parte del resto del Parlamento. Lo fanno con colpi di maggioranza tra l'altro dichiarata incostituzionale dalla corte. Ricordiamo i 130 deputati del Pd dichiarati incostituzionali dalla sentenza della Corte di un anno e  mezzo fa. Lo fanno grazie ai voti di fiducia, che hanno imposto la cancellazione di tutti gli emendamenti, insomma una violenza continua al Parlamento e alle regole del gioco della democrazia. Per questo noi non parteciperemo a questa giornata che consideriamo infausta e lasciamo al Partito democratico tutte le sue contraddizione, di chi è a favore, di chi è contro, di chi si astiene, di chi partecipa, di chi non partecipa".

"Vorremmo che fosse chiaro al Paese che Renzi non ha la maggioranza né del Parlamento né del Paese e neanche del suo partito. Proprio per questo assieme alle altre opposizioni non parteciperemo al voto finale e diremo con grande chiarezza la nostra contrarietà e la nostra opposizione. La battaglia non è finita qui, il presidente della Repubblica dovrà meditare, come dovrà meditare la Corte costituzionale e dovrà meditare anche l'intero corpo elettorale, perché è nostra intenzione chiedere un referendum abrogativo semmai questa legge dovesse essere approvata. Non saranno né giorni né settimane né mesi facili per Renzi e il suo governo di prevaricatori", conclude.

PD. "Oggi diamo valore alla nostra coerenza, così da dare risposte agli impegni presi". Lo ha detto Lorenzo Guerini, annunciando in Aula il sì del Pd all'Italicum. "La politica italiana - ha esordito Guerini - è oggetto da anni di critiche spesso giustificata. Oggi ridiamo alla politica dignità". Il vicesegretario del Pd ha ricordato che dall'approvazione del Porcelum sono "trascorsi dieci anni, tre governi, e una sentenza della Corte costituzionale. Spesso è stato promesso un nuovo sistema, ma senza risultato. Ora siamo ad un passo dal traquardo". La fiducia chiesta dal governo, ha proseguito, "oltre che legittima è stato un atto di coraggio e trasparenza, un atto fortemente politico". Quanto al merito, ha proseguito, "una democrazia decidente è la risposta migliore alla crisi, l'antidoto migliore al populismo. L'Italicum rafforza una democrazia che deve fare scelte".

Guerini ha poi respinto le critiche di Fi, citando il discorso con cui il capogruppo di Fi al Senato, Paolo Romani, annunciava il sì all'Italicum il 27 gennaio: "O Romani si sbagliava allora o si sbaglia oggi Brunetta, io non ho dubbi sulla risposta". "Le regole comuni vanno scritte insieme - ha proseguito - nulla di piu' vero: per 14 mesi abbiamo tenuto il cantiere aperto. Chi fa un parallelo con il Porcellum nega l'evidenza". E dopo aver ricordato le modifiche all'ITalicum introdotto in questi mesi ha concluso: "per mesi abbiamo lavorato insieme. I cittadini non perdoneranno un altro fallimento".

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