ROMA. «L'Italicum? Un simbolo dice Renzi? Via: questa è la terza legge elettorale in venti anni. In ogni caso, la partita non finisce domani». Lo dice in un'intervista a Qn Stefano Fassina, sottolineando che è stato il premier a «costruire un ricatto» e a tirare la corda, mentre valuterà la richiesta di referendum. «Non ho votato la delega lavoro, non ho votato la revisione del Senato, non ho votato la fiducia al governo e voterò no all'Italicum», spiega Fassina. Dopo il voto però non uscirà dal Pd: «verrà approvata una legge elettorale che, assieme alla riforma del Senato, diminuirà il tasso di democrazia nel Paese». «Il Pd non coincide nè con Renzi nè con i gruppi parlamentari. Fuori dai palazzi romani c'è tanto partito che non è rassegnato». Il referendum «è una possibilità - spiega -. Valuteremo con gli altri». «È stato il presidente del Consiglio a costruire un ricatto nei confronti del Parlamento: è sbagliato collegare la sopravvivenza del governo alle regole del gioco», «la corda l'ha tirata Renzi: è lui che ha rotto con il Dna del Pd arrivando persino a mettere la fiducia su una legge elettorale votata dalla maggioranza di governo. Le regole del gioco vanno condivise con l'opposizione».