Giovedì 19 Dicembre 2024

Dopo il divorzio breve, si lavora agli accordi prematrimonali

 ROMA. I 'love contracts' in Italia, trapiantati direttamente da quegli Usa dove, da anni, segnano le cronache mondane di Hollywood e non solo. Sono gli accordi prematrimoniali la nuova sfida laica di Pd e FI, una sfida che porta le stesse firme dei relatori della legge sul divorzio breve, approvata ieri alla Camera: la Dem Alessia Morani e il forzista Luca D'Alessandro. A polemiche ancora non sopite sul divorzio breve i due deputati annunciano infatti la presentazione di una proposta di legge sugli accordi prenozze, con un obiettivo: i patti chiari rendono un matrimonio più felice. Certo, sul tema, da anni tabù giuridico del matrimonio in Italia, le critiche dentro e fuori al Parlamento non mancheranno, soprattutto dopo l'ok definitivo al divorzio breve. Un sì che continua a far discutere. Avvenire, ad esempio, non ha tardato a manifestare il proprio dissenso definendo «un traguardo incivile», la velocizzazione del percorso del divorzio che, secondo il ministro della Giustizia Andrea Orlando, non costituisce, invece, «una svalutazione nè dell'istituto del matrimonio nè della famiglia». Ma nel frattempo Morani e D'Alessandro vanno oltre, ponendo l'accento su una pdl presentata in realtà ad ottobre e non ancora assegnata in commissione Giustizia, ma che sembra destinata ad un'accelerazione. Con gli accordi prematrimoniali si «risolve un problema che può essere drammatico, si codificano le norme che permettono a chi si sposa di darsi il regime patrimoniale che si vuole nel caso di divorzio», osserva D'Alessandro ricordando i tanti padri che, a seguito di un divorzio, sono «costretti a vivere in auto». Sulla stessa scia Morani sottolinea come «non si tratti di contrattualizzare sentimenti, ma semplicemente di essere talmente trasparenti e onesti da tutelare l'altro sino alla eventuale fine del matrimonio. Anche questo è un atto d'amore».  La stella polare, per la proposta, restano i 'prenuptial agreement' anglosassoni, ormai comunissimi negli Usa. Ma forme di accordi prenozze sono riconosciute anche in Germania, Spagna o Grecia. In Italia, invece, restano inammissibili. Le motivazioni giuridiche sono diverse e tra queste figura il divieto per legge per illiceità della causa in quanto patti stipulati a matrimonio ancora non avvenuto. Nel 2012, tuttavia, una sentenza della Cassazione modificava parzialmente quest'orientamento ammettendo un patto prenozze che vincola la restituzione di un prestito tra moglie e marito all'eventualità di una futura separazione. Ora il ddl Morani-D'Alessandro punta ad introdurre nel codice la regolazione prematrimoniale del regime patrimoniale sia per gli eventuali figli che per i nubendi. Bisognerà, certamente, stabilire le modalità di stipulazione di tali accordi, che in Usa si fanno davanti al notaio e possono portar via tempo e soldi alle giovani coppie. Tanto che oltreoceano, sono soprattutto star e milionari a farne uso: da Nicole Kidman e Keith Urban a Michael Douglas e Catherine Zeta-Jones, fino a Mark Zuckerberg e Priscilla Chan che nel 2013 andarono oltre: la storica fidanzata del creatore di Facebook chiese infatti una clausola extra, il «quality time». Più prosaicamente definibile: sesso almeno 1 volta a settimana.

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