ROMA. Matteo Renzi prepara la lunga volata verso le elezioni regionali. Perchè nonostante le difficoltà del centrodestra, alcune vittorie, come quella nella rossa Liguria, per il Pd sono tutte ancora da conquistare. Il premier, spiegano fonti del partito, sarà presente al fianco di ciascun candidato, dal Veneto alla Campania. E ha già mobilitato tutto il partito: ogni parlamentare, ogni dirigente - è il messaggio che arriva dal vertice del Nazareno - si deve sentire chiamato in causa nella campagna elettorale. Anche quegli esponenti della minoranza che con «quotidiane polemiche sul nulla» danno invece l'impressione di voler sabotare.
Se dunque il bersaniano Alfredo D'Attorre lancia l'allarme per lo stato del Pd sul territorio, i renziani replicano che alcune criticità sono «fisiologiche» e hanno radici nel passato: se gli esponenti locali non riusciranno a risolverle il premier interverrà in prima persona. Non solo il permanente derby della speranza contro la rabbia di chi, come Beppe Grillo, arriva a usare la mossa - che per Veltroni contro Berlusconi si rivelò perdente - di non pronunciare più il suo nome. Il leader del Pd, spiegano i renziani, potrà giocare in campagna elettorale la carta delle riforme realizzate e dei primi segnali di ripresa. Non si cura il premier di chi già lo accusa di voler usare il tesoretto emerso dalle pieghe del Def come una 'mancia' elettorale. E ritiene, spiega più d'uno, di aver dato risposte concrete, a partire dalla legge anticorruzione, a inchieste come quella che ha travolto il sindaco Pd di Ischia.
Al Nazareno non solo è pronto un testo di legge sui partiti preparato da Lorenzo Guerini, ma si stanno anche valutando di fare una legge sulle lobby e un intervento legislativo sulle Fondazioni dei partiti. I parlamentari più vicini a Renzi non negano i rischi della spaccatura del centrosinistra in Liguria e i segnali di debolezza nelle rosse Marche, ammettendo anche difficoltà in città al voto come Ercolano, Giugliano, Enna. Ma mettono in guardia dalle drammatizzazioni di chi, come Alfredo D'Attorre, descrive «un quadro molto preoccupante e sconfortante, con un sostanziale anarchismo che desta fortissimo allarme». Per le regionali, spiegano dal Nazareno, è tutto pronto e il premier a partire da domenica 19 si impegnerà a tutto campo, facendosi vedere anche al fianco di un candidato come Vincenzo De Luca, che rischia la decadenza per la legge Severino. Mentre su singoli casi come quello del candidato sindaco di Ercolano che ha scatenato la protesta dei militanti che occupano da gionri la sede, se i territori non troveranno soluzione, spiega Ettore Rosato, «interverrà la segreteria nazionale».
In settimana, intanto, prima di volare a Washington per incontrare Obama, il leader Dem intende dire una parola definitiva sulla legge elettorale, perchè sia approvata prima delle regionali. L'assemblea dei deputati Pd convocata per mercoledì si annuncia infuocata. Martedì si riuniranno per definire una linea gli 80 deputati di Area riformista che hanno firmato l'appello di Roberto Speranza ad aprire un confronto. Pier Luigi Bersani, anticipa chi gli ha parlato, prenderà la parola per dire che senza modifiche l'Italicum non è disposto a votarlo ed è pronto a farsi sostituire in commissione. Ma altri pasdaran della minoranza spiegano che se il governo confermerà, come ribadisce Giuliano Poletti, di essere pronto a mettere la fiducia, porteranno la battaglia sui singoli emendamenti anche in commissione.
A quel punto, anticipano dalla maggioranza Pd, potrebbe essere il gruppo a decidere di sostituirli. Perchè c'è determinazione ad andare avanti senza modifiche al testo: «L'assemblea del gruppo - spiega Rosato - voterà la linea che impegnerà tutti».
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