BRUXELLES. I fari dell'Europa sulle trivellazioni nel Mediterraneo. A seguito delle denunce del M5S la Commissione Europea ha avviato una indagine sull'articolo 38 dello "Sblocca Italia", relativa alle trivellazioni nel Mar Mediterraneo, per valutare le possibili violazioni della normativa europea.
L'esposto che ha innescato l'azione dell'Europa è stato presentato dai deputati Giampiero Trizzino, (Ars), Claudia Mannino (Camera) e Ignazio Corrao (Europa). “Nel 2013 – dicono i deputati - l'Unione Europea ha approvato una direttiva che prevede un regime particolarmente stringente e limitante per le operazioni petrolifere off-shore. Un incidente in un mare chiuso come il nostro rischia di distruggere gli ecosistemi marini e intere economie in maniera tale che nessuna fidejussione potrebbe mai coprire eventuali danni. L'articolo 38 dello ‘Sblocca Italia’, dando il via libera alla trivelle in maniera indiscriminata, ci esporrebbe a enormi pericoli. Da qui la denuncia e l'avvio di una serie di azioni che abbiamo portato avanti in tutte le sedi possibili”.
La battaglia Cinquestelle contro lo ‘Sblocca Italia’ è partita in Parlamento a Roma, è proseguita all'ARS ed è stata rilanciata in Europa. Per sbarrare la strada ai petrolieri, all'Ars sono state approvate pure due mozioni a firma Palmeri e Foti e un ordine del giorno a firma Mangiacavallo. In Sicilia è pure in cantiere un referendum consultivo sul tema (sarebbe il primo della storia nell'isola) ed è all'attesa dell'esame di sala d'Ercole anche un disegno di legge voto, già approvato in commissione Ambiente. "Alla Commissione Europea – spiegano i deputati - abbiamo segnalato diverse possibili violazioni, che ora sono al vaglio congiunto della direzione generale Ambiente e di quella Energia”.
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