ROMA. La domenica di Pasqua e il soleggiato lunedì di Pasquetta non sono riusciti a portar via i venti di tempesta in FI: l'affondo di Raffaele Fitto di sabato scorso ha lasciato il segno e in Puglia, Ricostruttori e fedelissimi di Silvio Berlusconi sono ormai destinati a strade diverse. La tensione, tuttavia, è 'nazionale' e potrebbe avere ripercussioni anche nei gruppi parlamentari. Anche per questo, pur senza tornare indietro di un passo sulla linea del rinnovamento, l'ex capo del governo, dalla Sardegna, ha chiesto ai suoi di abbassare ai toni, cercando di serrare i ranghi del partito. Da qui il proliferare di appelli all'unità giunti in queste ore con la linea dell'ex Cavaliere - atteso forse già mercoledì a Roma - che resta però incentrata su una svolta 'innovatrice', anche generazionale, alla sua creatura. Una svolta che, proprio nella compilazione delle liste alle Regionali, avrà i suoi primi effetti concreti. I malumori, però, restano e non riguardano solo Fitto. Basti guardare alla reazione a dir poco scettica di Paolo Romani alla partecipazione di una delle 'nuove leve' azzurre, Silvia Sardone alla puntata di Otto e mezzo di venerdì. "Quello che è andato in onda rappresenta il futuro di FI? Io sono nato vecchio!", scriveva su Twitter il capogruppo al Senato, al quale oggi replica, sempre su Twitter, Sardone stessa: "Dirigenti da 20 anni in Parlamento attaccano voglia rinnovamento. Farò tesoro loro consigli visti successi di FI con la loro guida". Nel frattempo Fitto non ha intenzione di arretrare di un centimetro in una battaglia che reputa nazionale, che contesta linea e dirigenza azzurra e che non si vuole circoscrivere solo alla partita elettorale in Puglia, dove, del resto, la situazione resta a dir poco magmatica: con Francesco Schittulli destinato a correre con il sicuro appoggio di Ncd e fittiani ma non con il sostegno del partito che lo aveva candidato, FI. E non ci sarebbe, al momento, neanche un candidato alternativo (da escludere, inoltre, qualsiasi contatto con Adriana Poli Bortone) scelto dalla dirigenza azzurra. Ma le tensioni, in queste ore, non risparmiano neppure Ap. Mercoledì prossimo sarà probabilmente il giorno della riunione dei deputati in cui andrà in scena una sorta di resa dei conti tra Nunzia De Girolamo e chi, in Ncd, contesta il suo tratto anti-renziano. In ballo c'è il posto di capogruppo ma anche, più in generale, la posizione politica di Ap. De Girolamo certamente non le manderà a dire ponendo più in generale il tema della linea del Nuovo centrodestra. Tema sul quale una parte degli alfaniani è, in effetti, in fibrillazione, sia rispetto al futuro ministro agli Affari Regionali (tutt'altro che certo che sia una donna per un nodo che Alfano potrebbe sciogliere anche dopo le Regionali), sia rispetto alle alleanze sul voto di maggio. In settimana il rebus Regionali sarà chiuso: certo il sostegno a Caldoro in Campania, Ricci in Umbria e Spacca nelle Marche, da ufficializzare quello a Tosi in Veneto mentre è in Liguria che la partita è aperta, con Ncd che - si apprende da fonti parlamentari - potrebbe considerare il sostegno alla parte riformista del centrosinistra, ovvero a Raffaella Paita. Lasciando così Giovanni Toti col solo appoggio della Lega.