PALERMO: Candidature a sindaco sempre più travagliate, per il centro sinistra, a Enna e Agrigento in vista delle elezioni amministrative del 31 maggio. A fare discutere i dirigenti del Pd sono ancora i nomi di Mirello Crisafulli e Sivio Alessi. Il primo proposto alle primarie di coalizione del prossimo 19 aprile dall'Unione comunale, costituita dai direttivi dei circoli Pd di Enna. L'altro scelto proprio in seguito alla primarie svoltesi domenica scorsa nella città dei templi. Nodi da sciogliere in Sicilia, senza trascurare le indicazioni che arrivano da Roma. La vicesegretaria Pd Debora Serracchiani, in una intervista ha chiesto formalmente a Crisafulli di farsi da parte. Ma lui ha sempre ribadito: «mi possono togliere di mezzo solo se mi sparano». Nel proporre l'ex senatore, l'Unione cittadina, ieri a tarda sera con una votazione «bulgara» (107 favorevoli e zero contrari), si è avvalsa della norma dello statuto del Pd siciliano, dove si parla di «autonomia politica, programmatica, organizzativa e finanziaria nella scelta delle candidature a sindaco e consigliere comunale». Scelta contestata dalla componente renziana del capoluogo di provincia più alto d'Italia: «Fermo restando il rispetto per Crisafulli, da lui ci separa una distanza siderale ed incolmabile per il modello politico-culturale incarnato in tutti questi anni». Sarà la direzione provinciale, in programma mercoledì prossimo, a dire l'ultima parola. Crisafulli comunque, anche nella sua veste di segretario provinciale del Pd, ha sottolineato di non avere alcuna intenzione di creare fibrillazioni con il partito nazionale e di attenersi alle decisioni dei vertici. Confortato anche dalle dichiarazioni del segretario regionale del Pd Fausto Raciti: «Crisafulli candidato sindaco a Enna? Non vedo problemi nè dal punto di vista statutario, nè dal un punto di vista morale». Non meno ingarbugliata la situazione ad Agrigento dove il partito di Renzi ha alzato disco rosso verso Silvio Alessi, il patron della squadra di calcio dell'Akragas, vicino al vice coordinatore regionale di Fi, il deputato Riccardo Gallo Afflitto e che in passato ha dichiarato di avere «votato qualche volta per Silvio Berlusconi». Nel pomeriggio al termine di una riunione è stato deciso di «superare le primarie con la proposta alla coalizione di un candidato che possa rappresentare al meglio i democratici e i suoi alleati». Dovrebbe scendere in pista il deputato Angelo Capodicasa, ex presidente della Regione. Su questa posizione, Raciti, ha trovato la convergenza del gruppo dirigente di Agrigento. Ma già in mattinata Alessi, supportato dal cartello «Agrigento 2020» era passato al contrattacco scrivendo una lettera a Renzi per ribadire: «Sono pronto alla sfida e resterò candidato a sindaco». Rivolgendosi al premier, Alessi polemizza: «Tutti quelli che ti hanno votato, e che ancora credono in te come segretario di partito e come presidente del Consiglio, erano stati elettori o iscritti del Pd? Ovviamente no. Altrimenti il Partito democratico non avrebbe mai potuto raggiungere il 40% e più di consensi alle europee». Parole rispedite al mittente da Raciti «Non mi occupo di alberi genealogici elettorali, nè faccio l'azzeccagarbugli».