ROMA. «Dalla riunione del 21 è uscito un messaggio duro, di rottura. Ma sono sbagliate queste spinte centrifughe, che aprono all'uscita dal Pd. Questo è il nostro partito e questo è il nostro governo». Lo dice al Corriere della Sera Roberto Speranza, capogruppo alla Camera e leader di Area riformista, sottolineando che «c'è bisogno di più sinistra dentro il governo e dentro il partito», ma anche che «Renzi non è un intruso, ha vinto il congresso: basta pregiudizi».
«Non è una questione di posti - spiega - ma di idee. I posti sono a disposizione». «La sfida della sinistra di governo è questa: si può essere non renziani e puntare tutto sul Pd, contribuendo a dare un profilo riformista e di sinistra all' azione di governo». «Il Pd è l'unico cardine possibile del Paese. Se alzi lo sguardo fuori, trovi una fotografia inquietante: Grillo, Berlusconi, Salvini. Sgombriamo il campo da qualsiasi ipotesi di scissione». «Se c'è bisogno di confronto sulle riforme, ben venga. Ma si discuta nei gruppi», dice Speranza, «possiamo combattere la battaglia delle idee. Chiedere di usare il tesoretto dello spread per una misura universale di contrasto alla povertà. E ancora: penso che i tempi siano maturi per i matrimoni gay.
Possiamo immaginare una mediazione da qui a tre-quattro settimane? Queste sono due cose di sinistra». Anche a Renzi chiede uno sforzo: «spetta a lui più degli altri il compito di
tenere unito il Pd». Il 28 Speranza non andrà in piazza con Landini, «ho un rispetto totale per chi manifesta, ma non è il nostro spazio. La sinistra di governo, riformista, fa le cose,
non va in piazza».
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