MILANO. Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia non si candiderà per un secondo mandato. L'annuncio, che pone fine ai rumors sulla sua candidatura per una nuova 'giunta arancione' nel 2016 arriva inatteso, in una conferenza stampa indetta ad horas, in pieno pomeriggio domenicale, a palazzo Marino. Pisapia, maglione color tortora, polo blu e jeans, senza tradire emozioni, ha esternato la sua decisione, presa in "assoluta autonomia", "senza averne parlato a livello nazionale" e "senza pressioni dai partiti", anche se qualche "invito affettuoso" a riprovarci, ha detto, è venuto. Una decisione, presa, ha tenuto a precisare non per stanchezza o delusione, ma "per coerenza" con quanto aveva dichiarato dalla campagna elettorale che lo aveva portato alla vittoria su Letizia Moratti. "Ho sempre detto che avrei fatto un solo mandato - ha ricordato - anche perché volevo che a Milano crescesse una classe dirigente di sinistra capace di governare la città" e la comunicazione ufficiale è venuta oggi "proprio per dare il tempo perché ci si ricompatti". "La politica - sottolinea - è un servizio e deve essere un modo per mettersi a disposizione". Il futuro? "Nessun interesse" per incarichi politici a livello nazionale (qualcuno lo indica come possibile successore di Sergio Mattarella alla Consulta), spiega Pisapia che sottolinea come il sindaco di Milano sia "tra le persone più rappresentative nel nostro Paese" e ne ha avuto conferma in numerose occasioni in incontri internazionali. Finita la sua esperienza da primo cittadino, Pisapia prenderà un periodo di riposo. Ma alle elezioni manca ancora un anno e due mesi e il sindaco garantisce "il massimo impegno, se possibile anche più grande di quello avuto finora, per la città e per Expo". Nessuna concessione alle ipotesi sulla sua successione: "Credo che parlare adesso di candidature sia la cosa più sbagliata in assoluto, credo che questo sia il momento di parlare di progetti". "L'importante - ha sottolineato - è proseguire questa nuova pratica politica" che sente di aver inaugurato, "dando responsabilità ai più giovani", spiega, poiché non gli piace la parola "rottamare". In assenza di una convergenza nello schieramento su un solo soggetto, secondo Pisapia, le primarie rimangono uno strumento utile, per "scegliere dal basso" anche se "non sono più un totem e hanno perso ultimamente un poco di credibilità". Pisapia non si è sottratto alle domande ma alla fine, non ha rilasciato altre dichiarazioni a margine. Sorridente, ha poi lasciato la sala, in compagnia della moglie e dei suoi più stretti collaboratori Ed è proprio colui che Pisapia sconfisse alle primarie tra i primi farsi sentire. ''Mi auguro che Milano non perda il contributo, culturale e politico, di una personalità come la sua'' scrive l'ex assessore 'licenziato' da Pisapia, Stefano Boeri che nelle primarie fu fortemente sostenuto dal Pd. Boeri non esita a ricordare anche i contrasti con il sindaco: "Con Giuliano Pisapia ho condiviso i momenti bellissimi della campagna elettorale del 2010 e gli aspri conflitti successivi, soprattutto riguardo ad Expo e alla visione della Milano che sarà''. Sel sollecita invece al sindaco di Milano di tornare sui suoi passi: "Rispettiamo la decisione di Pisapia, anche se in queste ore, insistiamo a chiedergli di ripensarci. Con Giuliano e la sua esperienza di governo abbiamo una Milano migliore", chiede il coordinatore nazionale, Nicola Fratoianni.