Lunedì 23 Dicembre 2024

Spaccatura tra i civatiani in Sicilia,
i coordinatori rompono con il leader

PALERMO. "Da un paio d'anni lavoriamo in Sicilia per Civati e non senza risultati: il 25% dei voti a Palermo sulla sua mozione congressuale, il 20% a Messina, per fare due esempi. Purtroppo da qualche tempo questo leader, e deputato del Pd, sembra affetto da una strana sindrome: ogni giorno ripete di aver detto prima quello che anche altri dicono. E invece di essere lieto che la buona novella si affermi, Civati si arrabbia, trascura quelli che lo hanno appoggiato (ben 400 mila al congresso e gli sembrarono pochi), cerca visibilità fuori casa e restando comodamente in poltrona prova a scalare Sel, forse sperando che Vendola torni al privato". Lo dicono  Piero David e Antonella Monastra, fino a ieri coordinatore e portavoce dell'area Civati in Sicilia, che oggi si definiscono "ex Civatiani". Civati, a Palermo per partecipare alla due giorni di "Sottosopra", iniziativa indetta da Sel e dalla sinistra radicale, "parla di 'Sicilia laboratorio' senza confrontarsi con i siciliani che lo hanno sostenuto - aggiungono David e Monastra - e vuole uscire dal Pd prima che Landini costruisca la sua 'coalizione sociale'? Lo dica".    "Pippo Civati - concludono - vuole chiedere al sindaco di Palermo Leoluca Orlando di scendere in campo già ora per sfidare il sindaco di Catania Enzo Bianco alle prossime regionali? Lo dica, può persino essere una buona idea. Quello che però non serve, né al Pd né alla sinistra, è un altro re tentenna che non si dà pace perché le primarie non lo hanno consacrato segretario, che non ha tempo per parlare di politica con chi gli ha dato fiducia, troppo occupato a stare sulla rete, e si lamenta che il mondo non riconosca la sua preveggenza". "Trovo irricevibili le parole di Antonella Monastra, si vede che forse ha deciso di fare parte di un sistema. Stiamo ponendo un problema politico gigantesco che c'è in questa Regione: il trasformismo del Pd in Sicilia". L'ha detto Pippo Civati parlando delle polemiche sulla sua partecipazione all'iniziativa "#SottoSopra - La Sicilia di domani", promossa da Prc, Sel e movimenti per creare un progetto politico alternativo al Pd in Sicilia e al governo Crocetta. "Non mi riconosco - aggiunge Civati - in quello che sta facendo il governo Renzi e nella gestione del Partito democratico ma non vedo il motivo per cui devo andare via io con infamia. Non sto facendo niente di diverso di quello che ho detto durante le primarie del Pd. Se il Pd si trasforma non è mia responsabilità, ma un mio dispiacere".

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