ROMA. La riduzione del cuneo fiscale e il Jobs act «stanno portando i primi segnali di ripartenza, che sono ancora timidi, possono essere valorizzati e devono essere a tutti i costi inseriti in una scelta ancora più forte di politica economica europea». Così il premier Matteo Renzi al Senato. Negli ultimi tre mesi, da dicembre, «il parlamento italiano ha interrotto quell'incantesimo che sembrava incastrarlo in stallo, e mi permetto dire anche a coloro che non sono d'accordo con le scelte del governo, che non si può negare che il semestre di presidenza dell'Ue, con un cambiamento di vocabolario da rigore e austerity a crescita e riforme, ha consentito di creare un clima nel quale si è potuto finalmente voltare pagina".
«Ci sono cinque fattori di oggettiva ripresa economica: quattro dipendono da scelte di politica economica europea». Così il premier Matteo Renzi in Senato. I quattro fattori sono «il piano Juncker di investimenti, la comunicazione sulla flessibilità, il Quantitative easing e - conseguenza di queste tre - il ritrovato rapporto tra dollaro e euro a condizioni più logiche ed economicamente sostenibili». Il quinto fattore, «sul quale abbiamo buona sorte, è l'abbassamento del prezzo del petrolio. Chi dice che i fattori della ripresa sono indipendenti dalla nostra volontà, mente sapendo di mentire, perchè 4 su 5 di quei fattori - si può escludere il prezzo del petrolio - dipendono dalla capacità della politica italiana di modificare la politica europea».
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