ROMA. «Non è una questione tra me e Renzi, è un problema che dovrebbero porsi tutti. Un problema di equilibri della democrazia: con questo sistema ipermaggioritario, con una camera di nominati, se al ballottaggio vincesse Grillo che succederebbe? Se lo sono chiesto?». Così l'ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani, che in un colloquio con la Stampa ribadisce: «Se Renzi non cambia l'Italicum, non lo voto, e questa sarà l'ultima volta che voto la riforma costituzionale», ma «se otteniamo una modifica, garantiamo che in Senato si voti. Qui nessuno vuole bloccare nulla».
«Basta minacce, questa tendenza a pensare che gli altri siano solo attaccati alle poltrone sembra tanto una proiezione», dice Bersani, secondo cui i nodi sono le liste bloccate e il doppio turno. Al secondo turno, osserva, potrebbero andar persi voti a sinistra e aggregarsi tutti i voti anti-sistema, compresi quelli di Salvini e della destra.
E poi a suo parere c'è il vulnus «di due partiti, magari uno col 25% e l'altro con il 30%, che si contendano un premio di maggioranza del 51% in un ballottaggio che lascerebbe fuori la metà degli elettori. La soluzione - conclude - sarebbe il ballottaggio di coalizione, consentendo un apparentamento al secondo turno, per far partecipare tutti».
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