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Raciti, Pd: "Ogni richiesta di adesione sarà valutata"

«Qualunque richiesta di adesione al Pd sarà valutata in aderenza a quanto prevede il nostro codice etico, vale per chi è già nei democratici e vale per chi vuole entrare a farne parte».

PALERMO. «Qualunque richiesta di adesione al Pd sarà valutata in aderenza a quanto prevede il nostro codice etico, vale per chi è già nei democratici e vale per chi vuole entrare a farne parte». Lo dice il segretario del Pd siciliano, Fausto Raciti, rispetto alle preoccupazioni di quanti nel Pd temono l'arrivo di personaggi politici con indagini giudiziarie alle spalle.

Dopo lo scioglimento di Articolo 4, il Pd si appresta ad aprire le porte a chi ha sostenuto il movimento creato e poi abbandonato da Lino Leanza. «Si tratta di seguire la procedura classica - afferma Raciti - L'adesione è di tipo individuale, non di massa. Ogni richiesta sarà valutata. Il percorso si articola su due livelli: uno politico che è stato esplicitato dalla direzione regionale del Pd, dalla Leopolda siciliana e dalla visita a Catania di Guerini sancendo la disponibilità all'accoglienza, e l'altro statutario». Raciti al momento esclude l'ipotesi che il Pd possa intraprendere lo stesso percorso con Sicilia democratica, il nuovo partito di Lino Leanza. «Non hanno mai manifestato l'intenzione di entrare nel Pd, rimanendo nostri alleati», aggiunge.

«Mi sembra più una questione burocratica e istituzionale che politica». Così il segretario regionale del Pd, Fausto Raciti, giudica la nota con la quale lo Stato ha chiesto chiarimenti alla Regione sul bilancio provvisorio (fino ad aprile), col rischio che il documento contabile sia impugnato e di conseguenza la spesa pubblica bloccata. Il nodo sarebbe legato al rapporto tra entrate e spese che il ministero calcola su 12 mesi mentre il bilancio provvisorio è tarato su 4 mesi. Il Dipartimento economia ha già inoltrato le controdeduzioni a Roma, l'attesa ora è per la riunione del Consiglio dei ministri. «Sarebbe curiosamente contraddittorio - afferma Raciti - che il governo Renzi possa impugnare il bilancio provvisorio per un fatto di date, mettendo a rischio migliaia di lavoratori precari, proprio mentre l'assessore all'Economia è espressione del governo nazionale e del presidente della Regione a garanzia del rapporto istituzionale. Mi sembra paradossale».

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