PALERMO. Sognano di emulare quel 61 a 0 delle politiche del 2001 che passò alla storia politica come il «cappotto» di Berlusconi in Sicilia e per farlo sponsorizzano l'allargamento del Pd a quella galassia di movimenti, alleata nel sostegno al governo di Rosario Crocetta ma finora autonomi, formati da ex Mpa e transfughi del centrodestra. Una strategia emersa in tutta la sua evidenza nella due giorni della eopolda siciliana, la kermesse politica organizzata dal sottosegretario Davide Faraone, braccio destro di Renzi nell'isola, e benedetta da Graziano Delrio quando ha parlato, ieri, di «partito nazional popolare». Una mission che però non piace affatto alla sinistra del Pd: i giovani turchi hanno disertato in massa la «Leopolda», non un deputato regionale della sinistra Dem s'è presentato all'iniziativa. S'è intravisto solo Fausto Raciti, nella sua veste di segretario siciliano del Pd. Per il resto tanti ex Forza Italia, Mpa e Udc. «Noi in Sicilia alle elezioni, prendevamo percentuali irrisorie, il centrodestra ci surclassava», ricorda Faraone, euforico per le 5mila presenze alla sua Leopolda, «e oggi se vogliamo vincere dobbiamo costruire le condizioni per cui chi prima votava dall'altro lato oggi voti noi». Il sottosegretario vede «una grande voglia di aderire da sinistra, da centro e da destra», perchè «si è liberato il voto che non è più ideologico, i cittadini si spostano a seconda dei progetti». Poco importa se un buon numero di riciclati sia pronto a saltare sul carro di Renzi, «non chiedete a me», glissa Faraone, «chiedete a loro perchè son qui». E a chi sospetta che la Leopolda siciliana per Faraone, in realtà, sia stata il trampolino di lancio per candidarsi per il dopo-Crocetta, il sottosegretario risponde netto: «Crocetta stai tranquillo, qui nessuno ha voglia di far crescere progetti alternativi a questo governo». «Stiamo costruendo, una nuova classe dirigente, non un nuovo candidato presidente alla Regione», assicura, e «abbiamo costruito un modello che deve servire al Pd, che è andato oltre, tra la gente e i cittadini». E «chi non vede l'importanza di questa iniziativa o è stolto o è in malafede», avverte, mentre «chi non è venuto ha perso un'opportunità e una speranza per il centrosinistra». Perchè, chiarisce, «non siamo una corrente, siamo oltre le correnti, abbiamo costruito un percorso che deve servire a questo governo». E la presunta fuga dei 500 «civatiani» verso Sel? «Non ce n'erano così tanti neanche al congresso quando si è votato, fatemeli vedere dove sono», ironizza Faraone.