PALERMO. Non sarà un nuovo partito. Ma quello che verrà ufficializzato domani a Palermo è un patto che dà il via a un cammino comune fra Sel, civatiani e in genere aree della sinistra che non si riconoscono più nel Pd. «Sì, ci stiamo provando, nascerà una cosa di sinistra. E la Sicilia sarà di nuovo laboratorio»: i dirigenti palermitani di Sel annunciano così il patto che verrà siglato domani. «Non sarà un nuovo partito - precisano dalla sede di Sel - nè il nostro ingloberà gli ex Pd. Iniziamo un percorso comune con una prospettiva tutta nuova e di sinistra». Al di là delle formule, Sel e l’area civatiana del Pd siciliano si alleano per essere alternativi al Pd e raccogliere i delusi a sinistra. Ma anche in questo caso non si tratta di un patto chiuso a Sel e civatiani: il percorso - per dirla con le parole dei protagonisti sarà «inclusivo», cioè aperto a tutti. L’obiettivo è sfruttare l’ondata di malcontento scatenata dagli ingressi nel Pd regionale dei 5 deputati di Articolo 4 (tutti ex Udc, Mpa e La Destra) e dai prossimi innesti già annunciati di ex forzisti (Nello Dipasquale). Il patto a sinistra verrà formalmente annunciato da Erasmo Palazzotto, leader regionale di Sel, e da Valentina Spata, civatiana e prima firmataria di un documento contro il Pd che da un paio di giorni raccoglie firme di aderenti pronti a lasciare il partito. «Ne sono state già raccolte 600» hanno informato i promotori del documento pubblicato sul blog di Pippo Civati. Fra questi, pronti ad aderire alla «Cosa di sinistra» ci sono Sabrina Rocca (ex candidata sindaco del Pd a Trapani) e Danilo Festa (ex candidato Pd a Motta Sant’Anastasia). E poi ancora molti ormai ex iscritti a vari circoli territoriali: da quello di Misterbianco a quello di Ragusa. Intanto in casa Pd aumentano le voci critiche contro la strategia delle annessioni decisa dalla direzione regionale sabato scorso. Per Bruno Marziano, presidente della commissione Attività produttive dell’Ars, «il Pd è nato come un partito aperto, e tale deve rimanere. Ma è stato anche fondato sui valori del centrosinistra. Il Pd è un partito che si apre agli altri ma questo non deve determinare una “mutazione genetica” in grado di modificare profondamente il sistema di valori e le sue ragioni fondative. La risposta ai nuovi ingressi, però, non è certo lasciare il partito perché questa sarebbe solo una risposta sterile». E Fabrizio Ferrandelli fa un appello a chi annuncia di voler abbandonare il Pd: «Non ci sono nuove adesioni al gruppo parlamentare del Pd da parte di deputati di altri partiti e la conferma mi è arrivata dall'ufficio di presidenza dell'Ars. Invito quindi i ragazzi e le ragazze dell'area Civati e i tanti militanti del partito a evitare strappi e a continuare il loro impegno nei territori con la passione di sempre. Qualcuno irresponsabilmente sta creando confusione e smarrimento nel nostro popolo, ma al momento si tratta di una bufala. Nervi saldi, quindi, e più impegno perché non ci servono cervelli e cuori in fuga».