ROMA. Nessuna rottura, nessuna replica di quel «che fai, mi cacci?» di finiana memoria, ma il lancio, ufficiale e rumoroso, di una vera e propria Opa su Forza Italia, sfidando «metodi e contenuti» di questo «imbarazzante» ultimo anno del partito azzurro. Raffaele Fitto scende in campo così, con la nuova corrente dei Ricostruttori, assicurando di voler dare aiuto e prospettiva al partito di Silvio Berlusconi ed esortando, ancora una volta, l'ex capo del Governo a non lasciare il centrodestra a Salvini. Ma le parole dell'ex governatore della Puglia, dalle parti di Arcore, suonano come l'ennesima sfida al leader azzurro. Una sfida che Berlusconi, per ora, non intende raccogliere derubricando come 'correntismò l'iniziativa di Fitto. Tra l'europarlamentare e l'ex Cavaliere, è insomma ormai scontro aperto. Non sono previsti, per ora, provvedimenti regolamentari nei confronti del 'ribellè, ma forse mai come oggi Fitto e Berlusconi sono apparsi così lontani. E da Arcore - si fa notare in FI - dove l'ex premier ha incontrato diversi imprenditori per verificare sul campo gli effetti del Jobs Act in una giornata 'nerà anche sul fronte giudiziario, il lancio dei Ricostruttori è visto soprattutto come figlio di una natura correntista, da vecchia Dc, lontana anni luce dall'imprinting che Berlusconi ha sempre voluto dare alla sua creatura. «Così si perde consenso», è il refrain che rimbalza ad Arcore, mentre il consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti, opta per una replica diretta e piccata al 'ribellè: «Non sono accettabili lezioni su come vincere da chi in questi anni ha perso tutto quel che si poteva perdere». Eppure, in circa 1500 hanno applaudito oggi il gremitissimo battesimo dei Ricostruttori fittiani. In prima fila tutti i parlamentari tradizionalmente contrari alla linea del Nazareno e nessun esponente dell'attuale dirigenza azzurra. Presenti, invece, militanti e dirigenti locali da Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Toscana e Veneto, oltre al leader de La Destra, Francesco Storace, giunto ai piedi del palco dove Fitto ha tenuto il suo one man show «perchè sicuro di non trovare Renzi qui». Ed è contro il segretario Pd, che l'ex governatore pugliese lancia i suoi strali, sottolineando come votare riforme e Italicum sia stato «un suicidio» e bocciando «un fallimentare» semestre di presidenza Ue. Poi Fitto si rivolge a Berlusconi. Si dice «molto deluso» dell'ultimatum di 15 giorni lanciatogli di recente dall'ex premier sulla linea da tenere, promette che il «commissariamento della Puglia non passerà sotto silenzio» e avverte: l'esclusione dei fittiani dalle liste dei Regionali sarebbe «mortificante». Parole dure, alle quali non fa seguire, tuttavia, alcuna rottura. «Noi stavamo, stiamo e staremo in Fi ma diciamo che il nostro percorso lo porteremo avanti sulla base delle nostre idee», è la sfida lanciata dall'europarlamentare in una sala dove sventolano le bandiere di Forza Italia e dove risuona, come introduzione e conclusione della kermesse, l'inno ufficiale del partito. È un'Opa, più che una scissione, quella alla quale si avvia Fitto, che torna a chiedere «primarie e democrazia dal basso» nella scelta dei quadri dirigenziali ripetendo quanto detto «personalmente» da Berlusconi: FI è a un «bivio», o si rilancia partendo dai «contenuti» o si avvierà verso «l'autodistruzione» lasciando il centrodestra a Salvini. Ma se la Lega appare lontanissima dal microcosmo dei Ricostruttori, non meno vicino è Ncd. Io come Alfano? No, «non inseguo poltrone e non governo con la sinistra», taglia corto Fitto rispondendo a chi paragonava il suo passo a quelli di altri ex eccellenti.