Martedì 26 Novembre 2024

Forza Italia, Fitto lancia i "ricostruttori": scontro col Cav

ROMA. Nessuna rottura, nessuna replica di  quel «che fai, mi cacci?» di finiana memoria, ma il lancio,  ufficiale e rumoroso, di una vera e propria Opa su Forza Italia,  sfidando «metodi e contenuti» di questo «imbarazzante» ultimo  anno del partito azzurro. Raffaele Fitto scende in campo così,  con la nuova corrente dei Ricostruttori, assicurando di voler  dare aiuto e prospettiva al partito di Silvio Berlusconi ed  esortando, ancora una volta, l'ex capo del Governo a non  lasciare il centrodestra a Salvini. Ma le parole dell'ex  governatore della Puglia, dalle parti di Arcore, suonano come  l'ennesima sfida al leader azzurro. Una sfida che Berlusconi,  per ora, non intende raccogliere derubricando come 'correntismò  l'iniziativa di Fitto.  Tra l'europarlamentare e l'ex Cavaliere, è insomma ormai  scontro aperto. Non sono previsti, per ora, provvedimenti  regolamentari nei confronti del 'ribellè, ma forse mai come  oggi Fitto e Berlusconi sono apparsi così lontani. E da Arcore -  si fa notare in FI - dove l'ex premier ha incontrato diversi  imprenditori per verificare sul campo gli effetti del Jobs Act  in una giornata 'nerà anche sul fronte giudiziario, il lancio  dei Ricostruttori è visto soprattutto come figlio di una natura  correntista, da vecchia Dc, lontana anni luce dall'imprinting  che Berlusconi ha sempre voluto dare alla sua creatura. «Così si  perde consenso», è il refrain che rimbalza ad Arcore, mentre il  consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti, opta per una  replica diretta e piccata al 'ribellè: «Non sono accettabili  lezioni su come vincere da chi in questi anni ha perso tutto  quel che si poteva perdere».   Eppure, in circa 1500 hanno applaudito oggi il gremitissimo  battesimo dei Ricostruttori fittiani. In prima fila tutti i  parlamentari tradizionalmente contrari alla linea del Nazareno e  nessun esponente dell'attuale dirigenza azzurra. Presenti,  invece, militanti e dirigenti locali da Puglia, Campania,  Basilicata, Calabria, Toscana e Veneto, oltre al leader de La  Destra, Francesco Storace, giunto ai piedi del palco dove Fitto  ha tenuto il suo one man show «perchè sicuro di non trovare  Renzi qui». Ed è contro il segretario Pd, che l'ex governatore  pugliese lancia i suoi strali, sottolineando come votare   riforme e Italicum sia stato «un suicidio» e bocciando «un  fallimentare» semestre di presidenza Ue. Poi Fitto si rivolge a Berlusconi. Si dice «molto deluso»  dell'ultimatum di 15 giorni lanciatogli di recente dall'ex  premier sulla linea da tenere, promette che il «commissariamento  della Puglia non passerà sotto silenzio» e avverte: l'esclusione  dei fittiani dalle liste dei Regionali sarebbe «mortificante».  Parole dure, alle quali non fa seguire, tuttavia, alcuna  rottura. «Noi stavamo, stiamo e staremo in Fi ma diciamo che il  nostro percorso lo porteremo avanti sulla base delle nostre  idee», è la sfida lanciata dall'europarlamentare in una sala  dove sventolano le bandiere di Forza Italia e dove risuona, come  introduzione e conclusione della kermesse, l'inno ufficiale del  partito.  È un'Opa, più che una scissione, quella alla quale si avvia  Fitto, che torna a chiedere «primarie e democrazia dal basso»  nella scelta dei quadri dirigenziali ripetendo quanto detto  «personalmente» da Berlusconi: FI è a un «bivio», o si rilancia  partendo dai «contenuti» o si avvierà verso «l'autodistruzione»  lasciando il centrodestra a Salvini. Ma se la Lega appare  lontanissima dal microcosmo dei Ricostruttori, non meno vicino è  Ncd. Io come Alfano? No, «non inseguo poltrone e non governo con  la sinistra», taglia corto Fitto rispondendo a chi paragonava il  suo passo a quelli di altri ex eccellenti.

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