PALERMO. ''Le inchieste di Catania e Caltanissetta su Montante, indagato per vicinanza alla mafia e di sospette aggiudicazioni di appalti, riverberano una luce sinistra sulle scelte compiute dal governo siciliano. E' acclarato e mai smentito che la candidatura di Crocetta sia stata avanzata dall'asse che lega i vertici di Confindustria Sicilia, la Cisl e l'Udc, con il governatore nel ruolo di esecutore degli ordini confindustriali soprattutto nella gestione dei rifiuti e nel settore energetico, cosa più volte denunciata dal giudice Marino, ma non solo''.
Lo dice Mimmo Cosentino segretario regionale di Rifondazione Comunista. ''La presenza di Confindustria Sicilia nella giunta crocettiana - continua Cosentino - si pone in piena continuità, e più forte di prima, con il governo di Raffaele Lombardo caduto per i suoi rapporti con la mafia. Un dominio costruito su una diffusa rete di potere, agito in nome di una presunta verginità antimafiosa, sulla quale giurano il sindaco Bianco in sintonia con Ivan Lo Bello, Confindustria nazionale e La Lega delle cooperative isolana, forze che non possono dare lezioni di legalità e trasparenza. E' necessario - conclude Cosentino - che Montante lasci gli incarichi pubblici che riveste, in primis nell'Agenzia beni confiscati, o che gli vengano revocati, pena il dubbio di complicità politiche a più alti livelli. Che il lavoro della magistratura faccia piena chiarezza sulla vera natura delle relazioni tra Montante, Confindustria Sicilia e il governo della falsa rivoluzione crocettiana''.
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